domenica 15 luglio 2012

MIA RECENSIONE MUSICALE: CONCERTO AL VELVET (RIMINI) DEL 14/07/2012 DEI THE CULT


Piccola premessa da parte di uno scrivano gay in preda a diluvi e tempestosi fumi ormonali: il poter assistere ad un concerto dei THE CULT è semplicemente il coronamento del sogno personale di una vita, la prima loro cassetta fu acquistata dal sottoscritto nel lontano 1987 (avevo...ebbene si ... 11 anni!!) e fu proprio quello splendido "Electric", loro terzo album di seducente hard rock post-punk tipicamente anglosassone con cui in  quegli anni, la band soleva dispensare e centellinare capolavori su capolavori. Ma veniamo al dunque. La serata comincia con l'esibizione dei GUN, gruppo scozzese ma italianizzato nell'attitudine di stare sul palco che, tanto per tradurre, significa decontestualizzati all'ambire alla figura semi-divina di rockstar. La band in realtà si lascia ascoltare piacevolmente anche se a me sembra una rivisitazione degli U2 con il distorsore (quello vero!!), da ascoltare durante un aperitivo trendy di amici finti rockers o, ancor peggio, ex rockers pentiti, mentre si scrutano le previsioni del tempo con l'iphone, pensando filosoficamente se andare a ballare al Pascià o al Cocorico (dato che siamo in zona!!). VOTO: 6. Ma andiamo oltre. Finalmente entra sul palco, dopo estenuanti attese nel caldo apocalittico del Velvet, la leggendaria band inglese. Allora, non è per fare la solita troietta pettegola che ha mangiato acido e con le mestruazioni perenni che inondano impunemente il pannolino ma, per onestà intellettuale, una cosa va chiarita subito. La festa, i lustrini, le stelle sempre brillanti e forse... anche le grandi scopate ... per il signor Astbury, sono finite!! e anche da un bel pezzo, volente o nolente. Tutta l'esibizione è stata un abominio innominabile per quanto riguarda la performance vocale, un cantante-zombie che pareva uscito da un film dell'accoppiata Romero-Fulci, divenuto parodia di sè stesso, che liberava la propria flebile e incerta voce in metriche totalmente sbagliate e saltellanti come più gli faceva comodo, tonalità opportunamente ribassate, testi violentati da una memoria ormai prossima al suo annichilimento tipico di un Alzheimer incipiente, canzoni cantate "a rate" quasi da non renderle riconoscibili ... insomma ... un vero disastro. L'unico consiglio che posso dare al signor Astbury è di lasciar perdere, recarsi in ospizio e organizzare tornei con gli altri pensionati di briscola, tre sette o merda, avendo l'accortezza di non lanciare le carte troppo violentemente onde evitare fastidiose tendiniti al gomito; oppure c'è sempre la nobile arte di estinguere la gramigna dalle campagne inglesi, c'è bisogno ancora di braccia nei campi, pur nel paese che per primo s'è ribellato alla pastorizia e all'agricoltura con la rivoluzione industriale. Il vero Dio della serata è invece Billy Duffy, con il suo tocco sempre preciso, la sua mano pesante, i suoi riff azzeccatissimi e ....(piccola digressione bisessuale sul tema...) diciamocelo, quanto è bono?!! ...tanta roba!! Per il resto la scaletta è stata più che ottima con un diluvio di capolavori e grandi classici della loro epoca ottantiana tipicamente post-punk e dark wave anglosassone, centellinati uno dopo l'altro, senza ritegno. Il resto della band è stata grandiosa a parte il secondo chitarrista ritmico, decisamente antiestetico, che mi ha fatto sorgere la domanda di cosa centrasse quell'energumeno impersonale, ombra di sè stesso, con la storia del rock, quello vero, scritta anche dai The Cult. John Tempesta invece ... beh ... ha bisogno di presentazioni? per lui suonare nei Cult è una passeggiata, insomma un nome, una garanzia!!!! I suoni del locale, data la saggia abbondanza nella sua struttura dei due materiali maggiormente nemici della rifrazione del suono ossia il vetro e il plexiglass, come al solito erano orrendi, seppur ben bilanciati tra di loro da un fonico che, sicuramente, date le avverse condizioni ambientali rivelate poc'anzi, ha fatto i suoi miracoli, pur senza essere menzionato in qualche improbabile opera di narrativa spacciata per storia di nome bibbia.

EMMANUEL MENCHETTI
VOTO: 7,5


per visualizzare video concerto, cliccare qui http://youtu.be/xTUAoU-aAs4

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