sabato 16 febbraio 2013

RECENSIONE CINEMATOGRAFICA: "SETTE NOTE DI TERRORE" - Regia: Beverly Sebastian (1992)




Filmetto che, più di qualsiasi altro nella storia del cinema, pur essendo prodotto nei già nostalgici primi anni '90, rappresenta i luminosi anni '80 riuscendone a carpire tutto lo spirito e il fascino, ma anche l'elemento ridicolo in soli 90 minuti di spettacolo, a suo modo, divertente. Non è certo un capolavoro ma comunque un'opera che unendo l'elemento thriller del macellamento misterioso di malcapitate vittime, la matrice gotica data dall'esumazione di una tomba e dallo scambio di cadaveri ed il forte carattere rock'n'roll su cui si sviluppa tutta la vicenda, oltre il consueto e sempre irrinunciabile indumento pacchiano, anche questo tipicamente ottantiano, che ne veste l'intero incedere, farà gioire tutti i metallari amanti del sempre verde cocktail di sangue e sudore ossia sano e roccioso rock'n'roll con tematiche horrorifiche. Se visto in questa veste e con l'unica ottica di divertirsi, questo film è, senza infamia e senza gloria, un'opera decisamente piacevole; se invece non siete amanti del sacrilego matrimonio tra rock e horror, credo che non vi trovereste neanche davanti al pc a guardarlo ma il vostro posto, nello spazio virtuale, sarebbe di certo ben altrove. Sul nostro amato tubo, territorio spesso di chicche ormai dimenticate dal tempo, troverete il film diviso in 6 parti.

 VOTO: 7

Emmanuel Menchetti

domenica 10 febbraio 2013

RECENSIONE CINEMATOGRAFICA: SHIVERS - IL DEMONE SOTTO LA PELLE - Regia: David Cronenberg (1975)





Ogni film di Cronenberg denota tutta la sua totale perversione, il surrealismo orrorifico, la sua follia creativa libera da schemi precostituiti che trasforma le sue opere in incubi, limbi di purgatori onirici dove tutto può succedere, reiterandone,opera dopo opera, il degrado morale. Non deve essere stato facile trovare i finanziamenti per le sue stravaganze all'inizio della carriera, ma all'epoca, il pubblico era affamato di novità e apocalissi futuristiche che infrangessero col passato. 

VOTO: 6

EMMANUEL MENCHETTI

martedì 5 febbraio 2013

RECENSIONE CINEMATOGRAFICA : "ALTA TENSIONE" - Regia:: Alexandre Aja (2003)



Questa è una produzione francese e che, come tale, conferma la totale passionalità e devozione del sangue di questo popolo verso l'arte, tale da portarla sino al parossismo. Parafrasandone il titolo, questo è un film molto forte, pieno di sangue che sgorga ovunque, di violenza che pare gratuita ma poi si capisce che non lo è. E' un film che ha una storia ben precisa e azzeccata, PERVERSA, GENIALE; una diabolica divinizzazione e (allo stesso tempo) demonizzazione del piacere lesbo, tale da renderla onnipotente e priva di pietà. Una pellicola angosciante  che ti ipnotizza letteralmente sino al colpo di scena finale ma che per quell'unico shock che tutto pretende di spiegare, per quell'unico risvolto emotivo sullo spettatore così ammaliato, apporta delle grossolane forzature sulla trama che francamente, non si spiegano per giustificarne alcuni importanti tasselli nella tessitura della storia. Peccato perchè altrimenti è un film decisamente coinvolgente che mi sento di consigliare.

VOTO: 7,5

Emmanuel Menchetti