venerdì 9 dicembre 2011

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA: "PARANORMAL ACTIVITY 2" - TOD WILLIAMS (2010)

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA:

“PARANORMAL ACTIVITY 2”

TOD WILLIAMS

(91 MIN.)

(2010)





SULLA SCIA DEI REALITY CHE, NEL CORSO DI TUTTO IL PRIMO DECENNIO DEI 2000, A PARTIRE DAL FORMAT DEL BIG BROTHER DISTRIBUITO, AHINOI, IN TUTTO IL MONDO CON LA CAROVANATA DI DEMENTI E ESSERI SENZA ARTE NE’ TANTO MENO PARTE, LASCIATI NELLA CASE IN GESTI DI IMPROBABILE ESIBIZIONISMO DI FRONTE A TELECAMERE CURIOSE E FRUSTRATE PER REGALARCI BANALITA’ ATROCI,  DISTRIBUENDOLE NELLE RABBUIATE CASE DEL POPOLO ALTRIMENTI ANNOIATO, PER POI PASSARE ALLA CASA DEGLI OSBOURNE DOVE ANCHE UNA STAR DEL ROCK DURO CI MOSTRA LA TEDIOSITA’ DELLA SUA VITA FAMIGLIARE PER QUANTO OPPORTUNAMENTE ARTEFATTA E AI VARI TALENT SHOW CHE DI TALENTUOSO NON HANNO ALTRO CHE LA FANTASIA DI FAR PASSARE DA CONSUMATI ARTISTI ANCHE PERSONAGGI CHE DI ARTISTICO NON HANNO NEMMENO LA PRESENZA SU UN PALCO, SI ARRIVA A INFESTARE CON QUESTA NUOVA FILOSOFIA DELLA CINEPRESA,  INEVITABILMENTE ANCHE LE PELLICOLE DEL CINEMA CON LA PICCOLA SAGA DEI 3 PARANORMAL ACTIVITY. LA CULTURA DEL MINIMALISMO, DELLA RIPRESA AMATORIALE, DELL’OBIETTIVO FISSO SULLA PERSONA CHE NULLA HA DI PIU’ NORMALE DELLO STESSO SPETTATORE, ESPLODE DALL’INIZIO DEL NUOVO MILLENNIO PROPRIO PER CONTRAPPORSI ALLE SPERIMENTAZIONI DEGLI ANNI ’70, I BAROCCHISMI PACCHIANI DEGLI ANNI ’80 E LE ESAGERAZIONI SCENICHE ED EFFETTISTICHE A BUDGET ILLIMITATO DEGLI ANNI ’90. ECCO ALLORA UN FILM A BASSISSIMO COSTO, CON UNA REMUNERAZIONE INIZIALMENTE BASSA (POI, VISTI GLI INCASSI ENORMI, RIAGGIUSTATA) PURE PER GLI ATTORI, SFRUTTANDO INQUADRATURE QUASI ESCLUSIVAMENTE SOGGETTIVE STILE DOCUMENTARIO E CON TELECAMERE SPESSO FISSE SUGLI AMBIENTI. QUI LA FOTOGRAFIA ENTRA PIU’ NELLA SOGGETTIVITA’ DEI PERSONAGGI E NELL’EPICENTRO DELLA STORIA E SMETTE DI ESSERE UNA SORTA DI DIO INTOCCABILE SOPRA LE PARTI CHE DEBBA RIPRENDERE UN CHISSA’ COSA DI SPETTACOLARE E FANTASIOSO. MA VENIAMO BREVEMENTE ALLA STORIA. LA PELLICOLA NARRA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA, I CONIUGI KRISTY E DANIEL REY, CHE, INSIEME ALL’ADOLESCENTE ALI, FIGLIA DI DANIEL DA UN PRECEDENTE MATRIMONIO, E IL NEONATO HUNTER, SI INSEDIANO IN UNA NUOVA CASA DOVE PERO’ SIN DA SUBITO, COMINCIANO AD ACCADERE STRANEZZE DI OGNI TIPO. INIZIALMENTE LA FAMIGLIA SUBISCE UN VERO E PROPRIO ATTO DI APPARENTE VANDALISMO DOVE LA CASA VIENE MESSA SOTTOSOPRA SENZA PERO’ CHE, STRANAMENTE, VENGA RUBATO ALCUNCHE’. I GIOIELLI E LE COSE PIU’ PREZIOSE RIMANGONO ILLIBATE E L’AMBIGUITA’ DELL’EVENTO SPINGE DANIEL E CONSORTE A FISSARE DELLE TELECAMERE DI SORVEGLIANZA SPARGENDOLE IN OGNI ANGOLO DELLA CASA PER RIPRENDERE TUTTO CIO’ CHE VI AVVIENE. GLI STESSI OBIETTIVI PERO’ COMINCIANO AD IMMORTALARE AVVENIMENTI INSOLITI ED INSPIEGABILI CHE AVVENGONO NELLA CASA COME PORTE CHE SI CHIUDONO DA SOLE, MACCHINA PER PULIRE LA PISCINA CHE CAMMINA DA SOLA USCENDO DALL’ACQUA E QUANT’ALTRO. LA TATA MESSICANA CHE DIMORA CON LORO, ALLARMATA DAI FATTI, COMPIE UN RITO MAGICO ACCENDENDO DEGLI INCENSI FINALIZZATI A CACCIARE LA PRESENZA DI DEMONI MALVAGI MA, PER QUESTO, VIENE LICENZIATA DA DANIEL, ANCORA SCETTICO SU CERTE CREDENZE. UNA SERA ALI, LASCIATA SOLA INSIEME AD HUNTER, RICEVE IN CASA IL FIDANZATO CON CUI DECIDE DI UTILIZZARE UNA TAVOLETTA OUIJA PER FARE DELLE RICHIESTE ALLO SPIRITO, IL QUALE SEMBRA RISPONDERE CON LE LETTERE “H U N T …” ALLA DOMANDA INDIRIZZATAGLI A SAPERE COSA VOLESSE. LA RISPOSTA VIENE INTERROTTA DALLA ADOLESCENTE CHE ACCUSA IL RAGAZZO DI MUOVERE LA TAVOLETTA VERSO LE LETTERE IVI INCISE. LA SERA STESSA, DOPO LA DIPARTITA DEL FIDANZATO, ALI SENTE BUSSARE ALLA PORTA E CREDENDO CHE FOSSE LUI CHE AVESSE DIMENTICATO QUALCOSA GLI APRE, ESCE DALLA PORTA E SUCCESSIVAMENTE QUESTA SI CHIUDE LASCIANDOLA FUORI. LE TELECAMERE RIPRENDONO TUTTO MA QUANDO IL PADRE LE VISIONA LICENZIA L’AVVENIMENTO CON UN BANALE MA IMPROBABILE  SPIFFERO D’ARIA. LA RAGAZZA ORMAI INVASATA E CONVINTA DEGLI EVENTI SOPRANNATURALI CHE STANNO SCONVOLGENDO LA LORO VITA FAMILIARE, FA UNA RICERCA SU INTERNET E SCOPRE CHE CHI FA UN PATTO CON UN DEMONE PER OTTENERE RICCHEZZA, DOVRA’ CONSEGNARGLI IL PRIMO FIGLIO MASCHIO NATO E IL NEONATO HUNTER E’ PROPRIO IL PRIMO MASCHIO NATO NELLA FAMIGLIA DI KRISTI E LA SORELLA KATIE DAGLI ANNI ’30. GLI EVENTI PRESTO DEGENERANO E COMINCIANO A NAUFRAGARE NEL VERO E PROPRIO SOPRANNATURALE E LE TELECAMERE RIPOSTE IN TUTTA LA CASA IMMORTALANO KRISTI PRESA E TRASCINATA LETTERALMENTE PER I PIEDI DA UN’ENTITA INVISIBILE PER LE SCALE IN UNA SERA IN CUI VIENE LASCIATA SOLA DAL RESTO DELLA FAMIGLIA, ACCORSA DAL VETERINARIO PER UN INSOLITO ED INSPIEGABILE MALANNO DEL CANE. DANIEL, VISIONATA LA REGISTRAZIONE, RICHIAMA LA BAMBINAIA MESSICANA PER ESORCIZZARE KRISTI, NELLA CUI COSCIA ORA COMPARE ANCHE IL MISTERIOSO SEGNO DI UN MORSO, E TRASFERIRE LA POSSESSIONE DEL DEMONE SULLA SORELLA KATIE. QUEST’ULTIMA COMINCIA A NOTARE STRANI AVVENIMENTI ORA A CASA SUA. IL FILM FINISCE CON LA PRESENZA DEMONIACA PROPRIO DELLA SORELLA KATIE CHE UCCIDE DANIEL SPEZZANDOGLI IL COLLO PER POI SCAGLIARE KRISTI CONTRO LA TELECAMERA. LE RIPRESE AMATORIALI E REALISTICHE DI QUESTO FILM (NOTARE ANCHE IL MINUTAGGIO IN BASSO A DESTRA TIPICO DELLE RIPRESE FATTE IN FORMATO DILETTANTISTICO NON PROFESSIONALE) RENDONO LE IMMAGINI PIU’ VERE, DISSOLVENDO IL GAP CHE ESISTE TRA LA VITA REALE E LA FICTION E SOPRATTUTTO IL DISLIVELLO CHE SUSSITEREBBE IN UNA STORIA DI QUESTO TIPO, CONSENTENDO ALLO SPETTATORE DI COINVOLGERSI MAGGIORMENTE NELLA VICENDA E NEL VIVO DELLA SCENA. PERSONALMENTE HO VISSUTO DEI BRIVIDI SPECIALMENTE NELLA FASE FINALE. LE PARTICOLARI E RIVOLUZIONARIE RIPRESE DEL FILM, MAGGIORMENTE REALISTICHE, DONANO ALL'OPERA IL PREZIOSO VANTAGGIO DELL'ORIGINALITA' PURE A FRONTE DI UNA TRAMA PREVEDIBILE, GIA' INFLAZIONATA DALLA CARRELLATA DI CASE INFESTATE CHE HANNO, A LORO VOLTA, INVASO L'IMMAGINARIO HORROR DI TUTTI GLI ANNI '80 E OLTRE RENDENDO IL MISTERIOSO E IL RACCAPRICCIANTE PARADOSSALMENTE PIU' REALISTICO E QUOTIDIANO ED E' QUESTO L'EFFETTO SU CUI GIOCA L'INTERA PELLICOLA. I BASSI COSTI DELLA REALIZZAZIONE SI SONO RIVELATI IN QUESTO SENSO COME UN VALORE AGGIUNTO DEL FILM A LIVELLO SCENICO OLTRE CHE COME RITORNO ECONOMICO, PAGANDO PERO’ IL DAZIO DI RENDERE LA PELLICOLA LENTA E NOIOSA PER I PRIMI TRE QUARTI D’ORA DOVE, TRA L’ALTRO, NON ACCADE QUASI NULLA SE NON QUALCHE EVENTO CHE POTREBBE ANCORA RIENTRARE NELLE PREVEDIBILI FANTASIE DEL “NORMALE”. LE INQUADRATURE QUASI ESCLUSIVAMENTE SOGGETTIVE, SE NON PER LA SEZIONE DELEGATA ALLE TELECAMERE DI SORVEGLIANZA, CHE COMUNQUE FANNO LA LORO PARTE NEL COPIONE DEL FILM, HANNO PERO’ UN EFFETTO STRAVOLGENTE SULLO SPETTATORE RENDENDOLO PARTE INTEGRANTE DELLA SCENA E RIVOLUZIONANDO, CON UN SEMPLICE ARTIFIZIO, LA DIREZIONE DI UN FILM. ENNESIMA CONFERMA CHE NON E’ IL BUDGET COLOSSALE A RENDERE UNA PELLICOLA SCENOGRAFICAMENTE ACCATTIVANTE.

VOTO: 7
EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)

giovedì 1 dicembre 2011

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA: "L'UOMO SENZA OMBRA" PAUL VERHOEVEN (2000)

L’UOMO SENZA OMBRA

(PAUL VERHOEVEN)

(2000)

(112 MIN.)






CARI ZOMBETTI SGRANOCCHIATORI DI OSSA CHE VI APPRESTATE A LEGGERE LA RECENSIONE, QUELLO CHE HO QUI TRA LE MANI E’ UN VERO E PROPRIO GIOIELLINO DEL CINEMA THRILLER FANTASCIENTIFICO DALL’EFFETTO NOTEVOLE. IL SUO FASCINO DERIVA INNANZITUTTO DALLA TRAMA CHE RACCHIUDE QUELLO CHE SAREBBE IL SOGNO DI MOLTI DI NOI, LA CHIMERA CHE POTREBBE PRESTO RIVELARSI PIU’ UTILE, SE BEN CI PENSIAMO, DI QUELLO CHE, A PRIMA VISTA, SI POTREBBE IMMAGINARE: IL DIVENTARE INVISIBILI. E’ PROPRIO INCREDIBILE QUELLO CHE SI PUO’ FARE QUANDO NON “CI SI RIESCE A GUARDARE ALLO SPECCHIO” O “NEPPURE A DORMIRE” COME RECITA LO STESSO PROTAGONISTA SEBASTIAN CAINE, DATO CHE “PUR CHIUDENDO LE PALPEBRE, NON SI RIESCE AD OTTENEBRARE LA LUCE”. LA STORIA, DIRETTA DA PAUL VERHOEVEN E ISPIRATA AL RACCONTO “L’UOMO INVISIBILE” DI HERBERT GEORGE WELLS, TRATTA DI UN EQUIPE DI SCIENZIATI, GUIDATA DALL’ECCENTRICO E PRESUNTUOSO SEBASTIAN CAINE CHE RICEVE UN FINANZIAMENTO DAL PENTAGONO PER SCOPRIRE LA FORMULA DELL’INVISIBILITA’ SUGLI ESSERI VIVENTI. CAINE LA APPLICA AGLI ANIMALI SENZA NESSUNO SCRUPOLO MA POI LA SUA AMBIZIONE VA OLTRE LE ASPETTATIVE E DECIDE DI APPLICARLA ADDIRITTURA SULL’ESSERE UMANO. RICHIEDE ALLORA IL FINANZIAMENTO DEL PROGETTO AL PENTAGONO PRIMA ANCORA DI AVER RICEVUTO I PRIMI RISULTATI MA, NON RICEVENDO LA FIDUCIA RICHIESTA, SI IMBIZZARISCE E PROVA UN MAGICO AZZARDO TIPICO DELLE MENTI FOLLI ED INTRAPRENDENTI COME LA SUA: SPERIMENTA LA FORMULA MAGICA PROPRIO SU DI SE’ PROPONENDOSI CORAGGIOSAMENTE COME CAVIA. UNA VOLTA DIVENUTO INVISIBILE VIENE DOTATO ANCHE DI UNA MASCHERA PER RENDERLO VISIBILE A OCCHIO NUDO DAI COLLEGHI SENZA L’UTILIZZO DELLE APPOSITE MASCHERE TERMICHE CHE NE DENOTANO LA PRESENZA DELLA SAGOMA DAL CALORE DEL RELATIVO CORPO. CAINE, COMPLETAMENTE ECCITATO DALLA SUA NUOVA CONDIZIONE, NE PERCEPISCE I VANTAGGI CONNESSI E COMINCIA AD UTILIZZARLI, SENZA FRENO MORALE ALCUNO, PER SODDISFARE LE SUE FANTASIE PIU’ RECONDITE E PERVERSE TRA LE QUALI QUELLA DI STUPRARE LA VICINA DI CASA CHE SPESSO SPIAVA DALLA FINESTRA, RIUSCENDO, CON UN PUERILE STRATAGEMMA, AD ENTRARE NEL SUO APPARTAMENTO E QUELLO DI SEGUIRE LA COPPIA DI COLLEGHI LINDA, SUA EX FIDANZATA E MATT, ANCH’ESSI COINVOLTI NELL’ESPERIMENTO, E GUARDARLI NELLA LORO FASTIDIOSA INTIMITA’ CHE SNERVA MA, ALLO STESSO TEMPO, ECCITA  LA SUA GELOSIA E LA SUA PERVERSIONE. LA SITUAZIONE E, CON ESSA, LA CONDIZIONE MENTALE DI CAINE, DEGENERANO QUANDO IL TEAM SI ACCORGE DI NON RIUSCIRE A FARLO TORNARE VISIBILE. GLI VIENE VIETATO DI USCIRE ALLORA DAL LABORATORIO SOTTERRANEO IN CUI E’ RINCHIUSO PER NON DESTARE SOSPETTI NEL MONDO ESTERNO E NON BUTTARE ALL’ARIA L’INTERO PROGETTO. CAINE E’ PERO’ ORMAI TROPPO ECCITATO DALLA CONDIZIONE DI INVISIBILITA’ CHE ALIMENTA I SUOI DELIRI DI ONNIPOTENZA E ISTINTI OMICIDI SFOGANDOLI IN VERI E PROPRI ATTI CRIMINOSI E CRUENTI CONTRO IL RESTO DEL TEAM CHE, INTIMANDOGLI APPUNTO DI NON USCIRE DAL LABORATORIO, SI PONE DA OSTACOLO ALLA REALIZZAZIONE DELLE SUE PERVERSIONI PIU’ OSCENE. COMINCIA ALLORA A STACCARE TUTTI I CODICI DI ATTIVAZIONE DEI COLLEGHI TRANNE IL PROPRIO IN MODO DA ISOLARE I COMPAGNI ONDE RIUSCIRE A SCAPPARE DAL PERPETUO MONITORAGGIO A CUI VIENE SOTTOPOSTO. RIESCE PERSINO, CON UN ABILE STRATAGEMMA DI REGISTRAZIONE DI IMMAGINI DALLA TELECAMERA A RAGGI TERMICI CHE LO SORVEGLIA COSTANTEMENTE, A FAR FIGURARE DI ESSERE NEL LETTO QUANDO INVECE RIESCE A FUGGIRE PER ANDARE AD APPLICARE I SUOI VIZI PIU’ NEFASTI IN GIRO PER LA CITTA’. RINCHIUDE LINDA E MATT, IN COLLERA PER LA LORO RELAZIONE CHE HA ANNICHILITO E SOSTITUITO LA SUA DIVINA FIGURA ED IL SUO EGO SMISURATO, IN UNA CELLA FRIGORIFERA MA LINDA RIESCE, CON UNA CALAMITA, A LIBERARSI ASSIEME AL NUOVO COMPAGNO. IN UN’ULTIMA COLLUTAZIONE CON CAINE, QUESTI RICEVE UNA SCOSSA ELETTRICA CHE LO RENDE PARZIALMENTE VISIBILE, CONDIZIONE CHE GLI CONSENTE DI ESSERE GETTATO ASSIEME ALL’ASCENSORE TRA LE FIAMME DI UN’ESPLOSIONE DI NITROGLICERINA PREPARATA DALLO STESSO CAINE PER ELIMINARE L’INTERO TEAM. QUESTO FILM ANALIZZA A LIVELLO PSICHIATRICO LA MASSIMA AMBIZIONE UMANA CIOE’ PROPRIO QUELLA DI POTER DARE RESPIRO AL SODDISFACIMENTO DI TUTTE LE PERVERSIONI PIU’ RECONDITE, ELIMINANDO LA PAURA DI ESSERE SCOPERTO E CI FA RIFLETTERE SUL FATTO DI QUANTI DI NOI SI COMPORTANO SOCIALMENTE IN MODO INECCEPIBILE, NON PER UNA MORALE INTRINSECA MA SOLO PER PAURA DELLE CONSEGUENZE A CUI ALTRIMENTI ANDREMMO INCONTRO NELLA NOSTRA BANALE CONDIZIONE DI IDENTITA’ RICONOSCIBILI. NEI PANNI DEL REGISTA MI SAREI ANCOR PIU’ FOCALIZZATO SU QUESTO INTERESSANTE ASPETTO. UN PLAUSO VA AGLI INCREDIBILI E MOZZAFIATO EFFETTI SPECIALI, VERAMENTE GRANDIOSI IN CUI L’ATTORE KEVIN BACON CHE INTERPRETAVA CAINE, HA GIRATO NORMALMENTE LE SCENE ANCHE NELLA FORMA DI UOMO INVISIBILE, INTERAGENDO COSI’ CON GLI ALTRI ATTORI ED IL SET MA POI L’IMMAGINE DEL SUO CORPO E’ STATA ELETTRONICAMENTE CANCELLATA E SOSTITUITA NELLA PELLICOLA CON LA RIPRESA DA PARTE DELLA TELECAMERA DEGLI STESSI MOVIMENTI DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE APPENA FATTI E OPPORTUNAMENTE REGISTRATI COL COMPUTER CON ESTREMA PRECISIONE, COPRENDO COSI’ IL BUCO LASCIATO VUOTO DALLA SAGOMA DELL’ATTORE CON LE IMMAGINI DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE RICOSTRUITO E CHIRURGICAMENTE RIMONTATO DAL COMPUTER MEDESIMO. VERAMENTE FANTASTICO!! STRATOSFERICO POI L’UOMO PARZIALMENTE INVISIBILE IN CUI TUTTE LE SUE STRUTTURE OSSEE, MUSCOLARI E TENDINEE SONO STATE OPPORTUNAMENTE SCANSIONATE TRIDIMENSIONALMENTE DA UNO SCHELETRO UMANO GENERICO E RIPRODOTTE DIGITALMENTE SULLA BASE DELLA SAGOMA DELL’ATTORE. UN GIOIELLINO VERAMENTE DA CONSIGLIARE CHE VI FARA’ PASSARE PIU’ DI UN’ORA E MEZZA DI EFFETTI STRAVOLGENTI E DI SUSPANCE CHE SOLO POCHI FILM, OLTRE A QUESTO, SANNO SUSCITARE. IN UNA PAROLA: GRANDE FILM!!


VOTO: 8,5
EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)

lunedì 28 novembre 2011

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA: "PINATA - L'ISOLA DEL TERRORE" SCOTT & DAVID HILLENBRAND

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA:

“PINATA: L’ISOLA DEL TERRORE”

SCOTT & DAVID HILLENBRAND

(2002)

80 MINUTI CIRCA









E’ CURIOSO PRENDERSI UN FILM CHE DOVREBBE ESSERE HORROR DA VEDERSI IN UN GELIDO E DESOLATO LUNEDI’ SERA, QUANDO FUORI, NELLA NEBBIA E NEL GELO, I LICANTROPI SETACCIANO LA BRUGHIERA IN CERCA DI POLLI DA SCOTENNARE E I VAMPIRI GIRANO IN CERCA DELLE LORO TOMBE TRAFUGATE, E POI …. SBELLICARSI DALLE RISATE ALLA MEDIA DI OGNI CENTINAIO DI FOTOGRAMMI CHE MI PASSANO DAVANTI AGLI OCCHI. CREDO CHE ALMENO QUESTO NON FOSSE L’OBIETTIVO INIZIALE DEI FRATELLI HILLENBRAND CHE HANNO DIRETTO QUESTO FILM…O FORSE SI?...DI CERTO CIO’ CHE MI AUGURO E’ CHE NON SI PRENDESSERO TROPPO SUL SERIO NEL GIRARLO O CHE COMUNQUE LA LORO AMBIZIONE SI LIMITASSE A FAR DIVERTIRE LO SPETTATORE DISTOGLIENDOLO DALLO STRESS QUOTIDIANO O DAL PENSIERO DI DOVER FARE LA SPESA ED ANDARE A PAGARE L’ASSICURAZIONE ALL’INDOMANI MATTINA. MA COMINCIAMO DAL PRINCIPIO. QUESTA PELLICOLA MISERABILE COMINCIA CON LA STORIA DI UN ANTICO VILLAGGIO MESSICANO COLPITO DA UNA PESTILENZA CHE NE FALCIDIO’ QUASI L’INTERA POPOLAZIONE, IN CONSEGUENZA DELLA QUALE UN SANTONE, NELLA CONVINZIONE CHE TALE TRAGEDIA FOSSE IL FRUTTO DI UNA NEMESI DIVINA CONTRO I PECCATI DEGLI INDIGENI, COSTRUI’ ARTIGIANALMENTE UNA PIGNATTA E APPLICO’ UN RITO MAGICO PER IL QUALE FECE CONFLUIRE TUTTI I PECCATI E LA CORRUZIONE DEGLI UOMINI PRESENTI DENTRO IL MANUFATTO. UNA VOLTA IMPRIGIONATI I VIZI E LE VARIE NEFANDEZZE UMANE DENTRO LA PIGNATTA, LA GETTO’ NEL FIUME NELLA CERTEZZA DI AVER LIBERATO IL POPOLO DAL MALE. IL FILM RISALE POI AI GIORNI NOSTRI E AD UNA SORTA DI BAYWATCH DEI PORETTI DOVE IL SOLITO GRUPPO DI GIOVINCELLI AMERICANI E IDIOTI IN UN GIOCO DI CACCIA AL TESORO DOVE VINCE CHI TROVA PIU’ MUTANDE DISSEMINATE NELL’ISOLA (SI….EHM…NON SONO UBRIACO…ANCHE PERCHE’ ADESSO CHE STO SCRIVENDO  SONO LE 8.00 DI MATTINA….AVETE LETTO PROPRIO BENE!!!!!!!!!), DEVE FARE I CONTI PROPRIO CON IL MALE RACCHIUSO NELL’ANTICA PIGNATTA. IO LE MUTANDE LE METTEREI IN TESTA AGLI STESSI HILLENBRAND COMUNQUE ANDIAMO AVANTI. LA PRIMA COPPIA DI DEMENTI SI FUMA UNA CANNA E TROVA LA PIGNATTA GALLEGGIANTE NEL FIUME. IL RAGAZZO, SEMPRE PIU’ IDIOTA NEI FILM DELLA COMPAGNA (MA SARA’ SEMPRE COSI’ ANCHE NELLA VITA  REALE??!!), STORDITO DAL FUMO INALATO, DECIDE (CHISSA’ PERCHE’...) DI ROMPERE LA PIGNATTA ALLORCHE’ QUESTA SI TRASFORMA IN UN FANTOCCIO, SEMPRE DI CARTAPESTA, MA QUESTA VOLTA LIBERO DI MUOVERSI. INIZIALMENTE LA COPPIA PENSA DI AVERE UN’ALLUCINAZIONE (E IN UN CERTO SENSO ANCH’IO!!!…) MA….NO NO….IL PUPAZZO DI CARTAPESTA SI STAVA PROPRIO MUOVENDO E (CHISSA’ PERCHE’…) COMINCIA A SQUARTARE BRUTALMENTE TUTTI I GIOVINCELLI STORDITI, DIVERTITI ED ARRAPATI DELL’ISOLA. A GUARDARLO BENE MI E’ SEMBRATO ANCHE SOMIGLIANTE AD EDDIE, LA MASCOTTE DEGLI IRON MAIDEN ALL’EPOCA DI “PIECE OF MIND”…CHISSA’ MAGARI I FRATELLI HILLENBRAND ERANO METALLARI PURE LORO!! IL PIU’ BELLO DEVE ANCORA ARRIVARE, LO SO CHE E’ INCREDIBILE MA VI DEVO PARLARE ANCORA DEL FINALE, DELLA CILIEGINA SULLA TORTA CHE E’ POI IL CLASSICISSIMO OUTRO  NOIOSO, TEDIOSO COME LA LUNGA VITA DI COPPIA, DOVE LA BELLONA DEL GRUPPO SI TRASFORMA IMPROVVISAMENTE  DA IDIOTA A EROINA E FA SALTARE IN ARIA IL MOSTRO (NON SI CAPISCE CON COSA…MAH!). DIMENTICAVO I DOPPIATORI: UNA COMBRICOLA IMPROVVISATA DI INCOMPETENTI SICURAMENTE DEDITI SOLITAMENTE ALL'ESTIRPAZIONE DELLA GRAMIGNA DALLE BOSCOSE VALLI CHE IL BUON DIO (SEMPRE CHE ESISTA) CI HA DONATO. UNA PELLICOLA DIVERTENTE CHE MI HA FATTO PASSARE UNA COMICISSIMA ORA E VENTI SCARSA IN CUI MI SONO VERAMENTE SPANCIATO DAL RIDERE. ORA PERO’ E’ MATTINA, LE RISATE SONO PASSATE E QUELLO CHE MI RIMANE E’ SOLO…..UN SECCHIO PER DEFECARE (PUR SENZA SIGARETTA) E UN ALTRO PER REGURGITARE LA COLAZIONE, GRAZIE!!

VOTO: 0,5
EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)



venerdì 25 novembre 2011

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA: "I RACCONTI DEL TERRORE" ROGER CORMAN (1962)

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA:

ROGER CORMAN

“I RACCONTI DEL TERRORE”

(1962)










ROGER CORMAN, NELLA SUA PROLIFICA CARRIERA DI REGISTA, DURANTE TUTTA LA MAGICA DECADE DEGLI ANNI ’60, DIRESSE OGNI SUO FILM SULL’ISPIRAZIONE PRESA DA UN DIFFERENTE RACCONTO DI EDGAR ALLAN POE, TANTO DA VENIRE PRESTO ETICHETTATO BRUSCAMENTE ED A BUON MERCATO COME “IL REGISTA DI POE”. AMBIZIOSO SAREBBE STATO SAPER RICREARE SU PELLICOLA LE ATMOSFERE LUGUBRI E CLAUSTROFOBICHE, SINISTRE E NERE COME LA PECE MA, NEL CONTEMPO, COSI’ LIRICHE E DECADENTI, FIABESCHE, INTRODOTTE E SEGUITE DA UN PROFONDO E ILLUMINANTE CAPPELLO FILOSOFICO A CUI, IL PIU’ GRANDE SCRITTORE NOIR DI TUTTI I TEMPI (ASSIEME A HOWARD PHILLIPS LOVECRAFT) CI HA ABITUATI. EBBENE, CORMAN CI RIUSCI’ IN PIENO. I SUOI FILM RICREANO TUTTO IL MISTICISMO, TRASMETTENDO SULLO SPETTATORE TUTTA L’AGORAFOBIA DERIVANTE DA PAESAGGI SURREALI, INVASI DA TANTISSIMA POLVERE, MIASMI FUNEBRI CHE SI LIBRANO DALLE TERRE DEI SEPOLTI COME NEBBIE SOFFOCANTI, AMBIENTI CIMITERIALI, MALSANI CHE CREANO L’IPOCONDRIA DELL’ATTACCO D’ANSIA O DELLA MANCANZA DI FIATO DA PARTE DI CHI LI GUARDA; IL TUTTO REALIZZATO SPESSO CON POCHI SOLDI QUASI DA FARLI SEMBRARE TUTTI B-MOVIES MA NON SENZA CONDIRLI CON COSTUMI SFARZOSI, IN CASTELLI CON ARREDAMENTI ARISTOCRATICI IN CUI SI LIBRANO NELL’ARIA DIALOGHI SURREALI E PSICOTICI CHE ALIMENTANO L’ANSIA E LA SENSAZIONE DI SENTIRSI IN UN’ATMOSFERA ANTICA COME OSTILE E SOFFOCANTE. IN QUESTO SPLENDIDO FILM LE STORIE PRESE IN PRESTITO DAL DIVINO POE SONO ADDIRITTURA BEN TRE. LA PRIMA (MORELLA) PARLA DI UN PADRE CHE SI VEDE RITORNARE IN CASA LA PROPRIA FIGLIA 26 ANNI DOPO AVERLA ABBANDONATA, CURANDONE SOLO LA FORNITURA DEGLI ALIMENTI ED IL PAGAMENTO DEGLI STUDI. IL PADRE (INTERPRETATO DAL GRANDISSIMO VINCENT PRICE, ATTORE PROTAGONISTA DALLA BRAVURA DISARMANTE E DALLA MIMICA FACCIALE ASSOLUTAMENTE INIMITABILE NELLA STORIA DELL’INTERO CINEMA, SCELTO SAGGIAMENTE DA CORMAN IN PRATICAMENTE TUTTI I SUOI FILM) HA SEMPRE ACCUSATO LA FIGLIA PRODIGA DI ESSERE L’ARTEFICE DELLA MORTE DELL’AMATA MOGLIE, CHE ESALO’ IL SUO ULTIMO RESPIRO POCO DOPO AVERLA PARTORITA E IN SEGUITO A CUI, LA MUMMIFICO’ SENZA SEPPELLIRLA MA CONSERVANDONE IL CADAVERE IN CASA. IL RITORNO DELLA FIGLIA SCATENA PERO’ LA VENDETTA DELLO SPIRITO DELLA MADRE, SINO A QUEL MOMENTO, IMPRIGIONATO NEL CADAVERE, SPINGENDOLO AD ASSASSINARE LA FIGLIA E POI LO STESSO MARITO INCENDIANDONE LA CASA. NEL SECONDO EPISODIO (IL GATTO NERO) IL BRAVISSIMO VINCENT PRICE (QUI COME NON MAI, NOTARE PER CREDERE LE DIFFICOLTOSE ESPRESSIONI FACCIALI) INTERPRETA LA PARTE DI UN NOTO ASSAGGIATORE DI VINI CHE UNA SERA, DOPO AVER ACCOMPAGNATO A CASA UN BEVITORE COMPLETAMENTE UBRIACO CHE LO AVEVA SFIDATO SULLA CONOSCENZA DEI VINI IN UNA CONFERENZA DI ENOLOGI E VENDITORI,  CONOSCE LA ANNOIATA MOGLIE DI QUEST’ULTIMO CON CUI METTERA’ IN ATTO UNA TRESCA CHE TERMINERA’ POI CON LA SUA SCOPERTA DA PARTE DEL MARITO STESSO, IN SEGUITO AL SUO SOSPETTO NATO DAL FATTO DI ESSERE LASCIATO SOLO A BERE LA SERA RICEVENDO PIU’ VOLENTIERI IL RICHIESTO DENARO DA PARTE DELLA MOGLIE, PROPRIO DA QUELLA SERA. IL MARITO TRADITO, SCOPERTA LA TRESCA, AVVELENA I DUE ADULTERI E LI MURA NELLA CANTINA MA I DUE CADAVERI VERRANNO SCOPERTI DA DUE POLIZIOTTI IN SEGUITO AI SINISTRI MIAGOLII DEL GATTO NERO APPARTENENTE PROPRIO ALL’ASSASSINO E ALLA DISGRAZIATA MOGLIE, INFILTRATOSI NEL FRATTEMPO NELL’INSENATURA IN CUI VENGONO RINCHIUSI I CADAVERI. OTTIMO DIREI!! IL TERZO E ULTIMO EPISODIO (IL MISTERIOSO CASO DEL SIGNOR VALDEMAR) PARLA DI UN IPNOTISTA CHE DECIDE DI MESMERIZZARE IL SIGNOR VALDEMAR, GRAVEMENTE MALATO, IN PUNTO DI MORTE ONDE CONVINCERE LA SUA MENTE, CON L’IPNOSI, A CHIEDERE CON TONO TESTAMENTARIO ALLA MOGLIE DI SPOSARE LO STESSO IPNOTISTA UNA VOLTA DIVENUTA VEDOVA. L’IPNOSI IN STATO DI MORTE PERO’ RENDE LO SPIRITO DI VALDEMAR VIVO ANCHE A FRONTE DELLA MORTE CORPORALE E IL CADAVERE, UNA VOLTA PERCEPITO IL TRANELLO ORDITO SAPIENTEMENTE DALL’IPNOTISTA, SI RIALZA DAL LETTO DI MORTE E LO UCCIDE. IL COLLANTE DI QUESTE TRE MAGICHE STORIE E’ IL TALENTO PER IL CINEMA UNITO MIRABILMENTE AL FASCINO PER IL GROTTESCO, SAPIENTEMENTE IMPRONTATO SU PELLICOLA CON DIALOGHI CURATI, SCENEGGIATURE ARTIFICIOSE, AMBIENTAZIONI CUPE E PLUMBEE IN UNO STILE UNICO E RICONOSCIBILE CHE DIVENTA LA SUA IMPRONTA SULLA SABBIA DEL CINEMA. OTTIMO IN QUESTO FILM, TRA L'ALTRO, ANCHE IL DOPPIAGGIO, EVOCATIVE LE INTONAZIONI SPECIALMENTE PER LA PARTE DI PRICE IN TUTTI E TRE GLI EPISODI. BUONE LE INQUADRATURE OGGETTIVE SUGLI SPAZI, INESISTENTI QUELLE SOGGETTIVE, PIU' AFFASCINANTI, CHE CARATTERIZZERANNO INVECE LA FOTOGRAFIA DI UN ALTRO GENERE DI FILM COME IL THRILLER DI ARGENTO A PARTIRE DA SOLI SETTE ANNI DOPO. GRAZIE ROGER CORMAN. GRAZIE DI ESISTERE.

VOTO: 10 E LODE

EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)



mercoledì 23 novembre 2011

MIA RECENSIONE LETTERARIA: "LA VITA NELL'ALDILA'" - SYLVIA BROWNE

MIA RECENSIONE LETTERARIA:

LA VITA NELL’ALDILA’”
Viaggio oltre l'esistenza terrena

SYLVIA BROWNE

(2000)




CON TUTTI I LIBRI CHE HO LETTO IN VITA MIA, NON MI SONO MAI TROVATO A CHIEDERMI RIPETUTAMENTE, NELLO SFOGLIARNE LE PAGINE, SE L’AUTORE CI FOSSE O CI FACESSE, SE STESSE PARLANDO SERIAMENTE O STESSE PRENDENDO IN GIRO IL MALCAPITATO LETTORE, MAGARI CELANDOSI DIETRO AD UNO PSEUDONIMO PER NON FARSI RICONOSCERE PER STRADA ONDE EVITARE DI ESSERE PICCHIATO DALLE PERSONE SENSATE CHE, OGNI TANTO, CAPITA ANCORA DI INCONTRARE O, ANCORA, SIA IL FRUTTO DI UNA SPREGEVOLE MANOVRA COMMERCIALE DELLA CASA EDITRICE, TUTTA SPINTA A CREARE OBROBRI E ABORTI LETTERARI CHE FATICO A DEFINIRE LIBRI, IN QUANTO IO STESSO SCRITTORE E QUINDI CHIAMATO SCOMODAMENTE IN CAUSA, MAGARI PER CREARE BECERI SENSAZIONALISMI CHE FACCIANO COMUNQUE PARLARE DEL TESTO MEDESIMO, ALLA LUCE DELLA MALIZIOSA CONVINZIONE CHE E’ MEGLIO FAR COMUNQUE PARLARE DI SE’ CHE OCCULTARE NOBILI OPERE DI NICCHIA, PERCHE’ PER POTERNE PARLARE, BISOGNA INTANTO COMPRARE. VISTA LA CASA EDITRICE (E NON STO NEANCHE A NOMINARLA PERCHE’ MI RIPUDIA IL SOLO FATTO DI CHIAMARLA IN CAUSA) CHE HA PERMESSO LA DISTRIBUZIONE, NEL NOSTRO PAESE, DI QUESTO ABORTO, NON MI STUPIREBBE SE SI TRATTASSE DI QUEST’ULTIMA OPZIONE. SYLVIA BROWNE E’ UNA NOTA SENSITIVA AMERICANA, DI QUELLI NOTI CIOE’ PER RUBARE I SOLDI AI DEMENTI CON LE LORO FAVOLETTE INSULSE, LA QUAL “SIGNORA” (E STO OFFENDENDO LE SIGNORE)  HA SCRITTO, IN QUESTO CASO, UN (CHIAMIAMOLO MA SOLO PER COMODITA’ DI SCRITTURA) “LIBRO” DEMENTE RIVOLTO A PERSONE DEMENTI. IN QUESTE PAGINE MI TROVO A DOVER IMPARARE CHE, SECONDO L’AUTRICE, L’ALDILA’, CHE LA STESSA DICE DI CONOSCERE IN CONSEGUENZA DI UNA PERLUSTRAZIONE CHE VI HA FATTO A CUI E’ SEGUITO UN RITORNO (PURTROPPO) NEL NOSTRO MONDO RELATIVAMENTE A UNO STATO DI COMA IN CUI SI E’ TROVATA (SCOMMETTO CHE IN COMA QUESTA NON C’E’ NEANCHE MAI STATA), E’ UN ALTRO MONDO, ANZI, COME LO DEFINISCE LA BROWNE STESSA, “LA VERA CASA”, FATTA DI DUE PORTE, UNA A DESTRA CHE PORTA IN PARADISO E UNA A SINISTRA CHE RICONDUCE ALLA TERRA E AD UN MONDO DI PENE E AFFLIZIONI, IN CUI TUTTI GLI SPIRITI SI RITROVANO, FESTEGGIANO, ARCHIVIANO DATI (!!!!!) IN UN EDIFICIO, UTILIZZANO MACCHINE A SCANSIONE E SCELGONO SE RITORNARE O MENO SULLA TERRA. LA COSA PIU’ BELLA POI E’ SCOPRIRE  CHE TUTTE LE TRAGEDIE CHE PURTROPPO AVVENGONO COSI’ IRRIMEDIABILMENTE SULLA TERRA, SIANO IL FRUTTO DI SCELTE CHE GLI STESSI SPIRITI HANNO FATTO PRIMA COME SE L’ALDILA’ VENISSE, IN PRATICA, DIPINTO COME UN MANICOMIO DI MASOCHISTI IN CUI OGNUNO SCEGLIE DI FARE LA VITA PIU’ MERDOSA CHE SI POSSA IMMAGINARE PER SPERIMENTARLA POI QUI. TUTTO QUESTO NELLA DEPLOREVOLE SPERANZA DI GIUSTIFICARE LA MISERIA DELLA CONDIZIONE UMANA E, LASCIATEMELO DIRE, ANCOR PIU’ DELLA CONDIZIONE MENTALE DELL’AUTRICE E DI CHI PAGA SOLDI (INVECE DI DARLI IN BENEFICENZA O AI BARBONI) NELLE SUE SEDUTE PER FARSI RACCONTARE QUESTE IDIOZIE. LA MIA RECENSIONE FINISCE QUI PERCHE’ HO GIA’ SPRECATO TROPPE PAROLE PER QUESTO ESSERE INUTILE E PER QUESTO DEPLOREVOLE LAVORO. LASCIATELO MARCIRE NEGLI SCAFFALI DELLE LIBRERIE.

VOTO: 0

EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA: "GLI UCCELLI" - ALFRED HITCHCOCK (1963)

MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA:

ALFRED HITCHCOCK

GLI UCCELLI

(1963)

(120 MIN.)



DICO SUBITO CHE MI DISPIACE DOVER STRONCARE QUELLA CHE PER ME E' STATA UN'AMARA SORPRESA, CIOE' IL TROVARMI DI FRONTE AD UNA PELLICOLA LA CUI REGIA E' AD OPERA DI UN ARTISTA PER IL QUALE HO SEMPRE NUTRITO E NUTRO ANCORA UNA IMMENSA STIMA E AL QUALE CONFERISCO UN VALORE STORICO, NELLA NASCITA E CRESCITA DEL CINEMA GIALLO E NOIR, ASSOLUTAMENTE DI PRIM'ORDINE. ALFRED HITCHCOCK E' RIASSUNTIVAMENTE UN MUST INEVITABILE PER CHI VOGLIA SOLO COMINCIARE AD ARGOMENTARE A PROPOSITO DI QUESTO TIPO DI CINEMA MA ANCHE DEL CINEMA IN GENERALE DATO CHE I GENERI SUDDETTI NE COPRONO UNA VASTA PARTE A LIVELLO PRODUTTIVO E DI CONSENSO DEL PUBBLICO. NON STO QUI A DECANTARE LE LODI DI QUESTO REGISTA PERCHE' L'HO GIA' FATTO E LO FAREI IN BEN ALTRE PELLICOLE PERCHE' TANTISSIME ALTRE SAREBBERO LE OCCASIONI PER FARLO NEL ROVISTARE TRA LE SUE OPERE MIGLIORI; BASTI PENSARE A “DELITTO PERFETTO”, “LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE” GIA' DA ME RECENSITO, “PSYCHO”, “LA FINESTRA SUL CORTILE” E COSI' VIA. BASTI QUI DIRVI CHE IL SUO PIU' UMILE MERITO E' STATO ANCHE SOLO QUELLO DI RAPPRESENTARE IL PADRE ARTISTICO DI DARIO ARGENTO. HO DETTO TUTTO MI SEMBRA. CI TROVIAMO PERO' ORA DI FRONTE AD UN GRAVISSIMO VUOTO ARTISTICO DI HITCHCOCK, O MEGLIO, ALLA PIU' SORPRENDENTE PRIVAZIONE DI QUEL VALORE AGGIUNTO CHE PROPRIO LO STESSO REGISTA BRITANNICO HA SAPUTO DARE AI SUOI FILM COME IL FASCINO LEGATO ALLA COMPLESSITA' E ALL' INTRECCIO CONTENUTISTICO DELLE SUE PREZIOSE TRAME, UNITO ALL'ANALISI DI TUTTE LE SFACETTATURE PSICOLOGICHE DEI PERSONAGGI E ALLA CREAZIONE DEGLI AMBIENTI, REALI MA SINISTRI, QUOTIDIANI E QUINDI ANCOR PIU' VICINI ALLA REALIZZAZIONE DELLE NOSTRE PIU' RAGIONEVOLI PAURE. QUESTO FILM EBBE UN IMPATTO SUL PUBBLICO SOLO ED UNICAMENTE PER L'EFFETTO SCENICO CREATO DELL'INVASIONE DI INNUMEREVOLI VOLATILI INDIFFERENTEMENTE SUI MALCAPITATI, ATTRAVERSO UNA TECNICA DI RIPRESA RIVOLUZIONARIA PER L'EPOCA IN CUI USCI', MA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER QUESTO. GLI EFFETTI SPECIALI PROVOCATI DALLE TECNICHE DI RIPRESA E FOTOGRAFIA SONO CARATTERISTICHE IRRILEVANTI IN UN FILM SE SI VUOLE GIUDICARE LA BRAVURA DEL SUO REGISTA, PERCHE' STRETTAMENTE LEGATE ALLA TECNOLOGIA DELL'EPOCA STORICA IN CUI UN FILM VIENE GIRATO ED E' CHIARO CHE, ORA COME ORA, QUEGLI EFFETTI SUSCITEREBBERO SOLO UN PIETOSO SORRISO DI SARCASTICA DERISIONE. CIO' CHE SUPERA LA DURA PROVA DEL TEMPO INVECE E CHE RENDE UN REGISTA SEMPRE ATTUALE E SEMPRE INNOVATORE, E' PROPRIO CIO' CHE NON E' LEGATO ALLA TECNOLOGIA E TECNICA DI RIPRESA CHE DIDATTICAMENTE EVOLVE DI CONTINUO E SI PERDE NEL TEMPO IN CUI SI TROVA ESSENDO SOLO FINE A SE' STESSO E ALLA CREAZIONE DI UN'EMOTIVITA' E UNA SENSAZIONALITA' SULLO SPETTATORE, A SUA VOLTA DIPENDENTE DALLA SUA CULTURA IMPRIGIONATA IN QUEL LASSO DETERMINATO DI STORIA. CIO' CHE SUPERA LA PROVA DEL TEMPO E CHE DA' RAGIONE DI POTER RICORDARE UN REGISTA, E' PROPRIO LA SUA INTELLIGENZA ED IL SUO TALENTO NEL CREARE TRAME, STORIE CHE ABBIANO UN PERCHE', UNO SVILUPPO DI CAUSE-EFFETTI CONSEQUENZIALE, TUTTE CARATTERISTICHE PER LE QUALI CONSIDERO HITCHCOK UN MAESTRO DEL CINEMA E TUTTE BRUTALMENTE EVIRATE IN QUESTA IGNOBILE PELLICOLA. FU IL FILM PIU' COSTOSO PER IL REGISTA MA SI RIVELO' UN INVESTIMENTO DEBOLE A LIVELLO ARTISTICO CHE MOSTRO', GIA' NON MOLTO TEMPO DOPO, UN'EFFETTISTICA PUNTUALMENTE ANACRONISTICA E OBSOLETA E QUESTO FATTO STA INOLTRE A CONFERMARE IL GOFFO E MALDESTRO TENTATIVO DI CELARE UNA CARENZA DI ISPIRAZIONE NELLO SVILUPPO DELLA STORIA, GETTANDO FUMO SULLO SPETTATORE ATTRAVERSO LA SCENOGRAFIA. IN UN BUON FILM IL PERCHE' ACCADONO CERTE SITUAZIONI, PER QUANTO EMOTIVAMENTE TRASCINANTI E SENSAZIONALI, CE LO DEVE FARE INTUIRE IL REGISTA CHE SI DEVE PORRE COME CHIAVE DI LETTURA DELLA SUA OPERA. LASCIARE IL TUTTO AL CASO E DELEGARE PIENAMENTE ALLO SPETTATORE IL FARDELLO CREATIVO DI CAPIRE IL PERCHE' QUESTI UCCELLI ATTACCASSERO L'UMANITA' INTERA SENZA DISTINZIONI DI SORTA, E' OBIETTIVAMENTE UN VUOTO ARTISTICO IMPERDONABILE LASCIATO DA HITCHCOCK. IN QUESTA PELLICOLA SI E' LIMITATO A SFRUTTARE L'EFFETTO EMOZIONALE E SCENICO, AVVENENTE MA SOLO PER L'EPOCA IN CUI USCI' (E DI QUESTO NE RAPPRESENTA UN ULTERIORE LIMITE), TRALASCIANDO SEMPLICEMENTE IL SUO DOVERE DI REGISTA. BOCCIATO SENZA RISERVA

VOTO: 3

EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)

domenica 20 novembre 2011

MIA RECENSIONE MUSICALE: CELTIC FROST - "INTO THE PANDEMONIUM" (1987)

CELTIC FROST

INTO THE PANDEMONIUM”

(1987)





GLI SVIZZERI CELTIC FROST HANNO SEMPRE RAPPRESENTATO PER IL SOTTOSCRITTO, L'EMBLEMA DELL'ANSIA IRREQUIETA E FORTEMENTE CREATIVA, FOLLE DI UNA MENTE PERVERSA QUALE QUELLA DELL'OSCURO E TENEBROSO TOM WARRIOR E DI UN'ATTITUDINE MUSICALE PROTESA AL CONTINUO MUTAMENTO, AL RINNOVO, ALLA RICERCA DI STILI, A QUELL'INTUITO TALVOLTA PUR COMMERCIALMENTE MALIZIOSO CHE DIVENTA PERO' POI PROMOTORE E SI DIPINGE ADDOSSO L'ONOREVOLE RUOLO DI ARTEFICE DI UNA CORRENTE, DI INNOVATORE E NON DI PIETRA TRASCINATA NEL MARASMA DI BAND ANONIME E SPESSO DERIVATIVE CHE ALLA STESSA CORRENTE APPARTENGONO. A PARAFRASARE IL TITOLO DEL DISCO, NEL PANDEMONIO, IL DIAVOLO STA RIORGANIZZANDO LE SUE FORZE PER GUARDARE AVANTI E CREARE NUOVE LEGIONI DI DEMONI DESTINATE A DIVULGARE LA MUSICA CHE PIU' AMIAMO IN GIRO PER IL MONDO, MA UNA MUSICA SENZA REGOLE, NE' LEGGI A CUI SOTTOSTARE, FILOSOFIA TANTO CARA AL GELO CELTICO. CHIARIAMO SUBITO CHE I CELTIC FROST, COME IL NOVANTA PER CENTO DELLE BAND CHE AFFOLLANO ED INFLAZIONANO IL MERCATO METAL, E QUESTO LORO TERZO DISCO (NONCHE' QUELLO COMMERCIALMENTE PIU' CELEBRE) NE E' LA TESTIMONIANZA, SONO STATI PESANTEMENTE INFLUENZATI DAI BLACK SABBATH MA QUESTO CAPOLAVORO, A SUA VOLTA, SI PONE CORAGGIOSAMENTE ANCHE COME FONTE ISPIRATRICE DI DIVERSI SOTTOGENERI METAL CHE DI LI' IN POI SARANNO SPESSO LEGATI ALLA FRANGIA PIU' ESTREMA DEL GENERE E QUESTO NONOSTANTE CHE PARADOSSALMENTE CONTENGA AL SUO INTERNO ELEMENTI BISTRATTATI DAI TRUE DEFENDER CHE, DICIAMOCI LA VERITA', ERANO ANCORA PIU' TRUE NELL'EPOCA PURA IN CUI USCI' DI QUANTO NON LO SI POSSA ESSERE ORA, PUR CON TUTTA LA PIU' ONESTA VOLONTA'. NEGLI ANNI '80 L'HEAVY METAL ERA ANCORA UNA MUSICA TROPPO GIOVANE E L'ENTUSIASMO DEI METAL-HEADS PURI E CRUDI CHE RUOTAVA ATTORNO AD ESSA, ANCORA TROPPO ECCITATO PER CONSENTIRE AL GENERE STESSO DI TRADIRSI TRAMITE BLASFEME CONTAMINAZIONI DA ALTRE MUSICHE, CHE SAREBBERO APPARSE SUBITO COME IL BACIO DI GIUDA... MA DATO AL FIGLIO DEL DIAVOLO. QUEST'OPERA INVECE DI FIANCO A PEZZI CHE SONO IL MAUSOLEO, L'ICONA DEL PURO HEAVY METAL, QUELLO DEFLAGRATO CON CHITARRE IPER-DISTORTE E RIFFONI ROCCIOSI CHE SPINGEREBBERO CHIUNQUE A PICCHIARE LA TESTA CONTRO L'ARMADIO O A POGARE CON LO STESSO SINO A DEMOLIRNE LE ANTE COME “INNER SANCTUM” (APICE ASSOLUTO CON UN RIFF DA URLO!!!!!!), “MESMERIZED”, “THE INEVITABLE FACTOR”, LA MEDIO-ORIENTALE “CARESS INTO OBLIVION”, CI PORGE DEI VERI ESPERIMENTI COME “ONE IN THEIR PRIDE” ADDIRITTURA PROGRAMMATI CON L'ELETTRONICA PACCHIANA TIPICA OTTANTIANA PROPRIO ODIATA DAGLI STESSI METALLERS CHE SI NUTRONO DI PANE, DISTORSORI E RIFF AL FULMICOTONE E SI PULISCONO LE ORECCHIE CON IL TRAPANO LA MATTINA, SI... PROPRIO QUELLI CHE SOTTO L'ACQUA ARRUGINIREBBERO MA BESTEMMIANDO IDDIO INVENTANDOSI I PIU' FANTASIOSI INSULTI AL PRESUNTO CREATORE. AZZECCATISSIMA LA CLASSICHEGGIANTE, SENSUALE E MACABRA “TRISTESSE DE LA LUNE” CON ATMOSFERE LIRICHE E GOTICHE CHE SARANNO PRESE A PRESTITO POI DAL SYMPHONIC BLACK METAL (QUELLO DEI POSER PER INTENDERCI) NON PRIMA DI DIECI ANNI DOPO E, ALTRO ESPERIMENTO CHE FECE STORCERE IL NASO AI GIORNALISTI PURISTI DELL'EPOCA, “MEXICAN RADIO” OSSIA LA COVER DELLA CANZONE FAMOSA DI UN GRUPPO DECISAMENTE NON METAL COME I WALL OF VOODOO, BRANO PROFONDAMENTE RIVISITATO IN CHIAVE METAL E A CUI VENNE APPORTATO IL PREZIOSO VALORE AGGIUNTO DI RITMICHE CHITARRISTICHE CHE DESSERO OSSIGENO AI METALLARI PIU' INTRANSIGENTI SENZA PERO' RINUNCIARE, MA ANZI STRIZZANDO MALIZIOSAMENTE L'OCCHIO, ALL'HUMOR TIPICAMENTE KITCH E ALLE ASPETTATIVE COMMERCIALI DI QUEL BRANO; ALLORA IO MI CHIEDO ... MA VOLEVANO PASSARE IN RADIO (E NON SOLO IN UNA STAZIONE MESSICANA!!) ANCHE GLI STESSI CELTIC?? PER NON PARLARE POI DEL PEZZO “I WON'T DANCE”, A DISCAPITO DEL TITOLO, PROPRIO QUASI BALLABILE E DI ESTRAZIONE MALIGNAMENTE DISCOTECARA... CHE DIRE? COME DEFINIRLO? TRADIMENTO? INNOVAZIONE? IO CHIUDO GLI OCCHI E ME LO GODO TUTTO DEFINENDO QUESTO “PANDEMONIO” UN DISCO “SEMPLICEMENTE” (E DITEMI SE E' POCO) TROPPO AVANTI PER L'EPOCA RAGION PER CUI NON VENNE DA TUTTI COMPRESO E SE VOI METALLARI VI ARRABBIATE PER LE DIVAGAZIONI INNEGABILI DAL VERBO DELLA MUSICA DI ACCIAIO CONTENUTE AL SUO INTERNO, VI PERDETE DELLE GRANDI EMOZIONI CHE SOLO QUESTO DISCO, E POCHI ALTRI NELLA STORIA, SONO CAPACI DI DONARVI.

VOTO: 9

EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)

sabato 22 ottobre 2011

MIA RECENSIONE MUSICALE, UN TUFFO NEL PASSATO: COVEN - "WITCHCRAFT DESTROYS MINDS & REAP SOULS"

COVEN

WITCHCRAFT DESTROYS MINDS & REAP SOULS”

(1969)



CARI LETTORI, COMINCIO QUESTA RECENSIONE CON UNA NOTIZIA CHE FORSE VI SCONVOLGERA' E CAPOVOLGERA' IL FRAGILE EQUILIBRIO DI RIFERIMENTI SUI QUALI IL VOSTRO ANIMO ASSETATO D'EMOZIONI FORTI, SI E' ABBEVERATO NEL LUNGO PERCORSO DELLA VOSTRA CRESCITA CULTURALE (E EVENTUALMENTE PERSINO ARTISTICA) CHE ORGOGLIOSAMENTE DIFENDETE DAL CANCRO DELL'IGNORANZA CHE INGOIA INVECE LA SOCIETA'. IL PRINCIPIO DI TUTTI I MALI, LA PRIMA VENUTA DEL DEMONIO NEL MONDO DELLA MUSICA, LA PREMATURA POSSESSIONE DEI PENTAGRAMMI, LO SVERGINAMENTO DEL LINGUAGGIO DIABOLICO CON LA DIMENSIONE DEL SUONO, NON E' FALSAMENTE INIZIATA CON I BLACK SABBATH, COME MOLTI CIARLATANI CI HANNO FATTO CREDERE IN QUESTI 40 ANNI CHE CI SEPARANO ORMAI DAL LONTANO LORO OMONIMO ESORDIO DISCOGRAFICO. QUELLA FU UNA BURLA, CERTO UN DISCO EPOCALE, RIVOLUZIONARIO MA FALSO E POSERIZZATO PER QUANTO RIGUARDA LE TEMATICHE OCCULTE TRATTATE, CHE FURONO POMPOSAMENTE E IPOCRITAMENTE GONFIATE AD ARTE DALLA CASA DISCOGRAFICA ED ATTRIBUITE AD UN GRUPPO DI RAGAZZINI DI BIRMINGHAM CHE AVEVANO INVECE “SOLO” LA RESPONSABILITA' DI ESSERE NATI CON UN GRANDE TALENTO COME MUSICISTI ED INNOVATORI, TUTTO ESCLUSIVAMENTE PER MIETERE NUOVI FEDELI SULLA SCIA DEL SATANISMO E DEL FASCINO PER L'ESOTERISMO GOSSIPPARO E SENSAZIONALISTA CHE, NELL'ONDA DEL DOPO-WOODSTOCK, STAVA INVADENDO LE MENTI DROGATE DEI GIOVANI HIPPIE, SEMPRE PIU' ALLA RICERCA DI EMOZIONI FORTI E AL LIMITE CON IL CONFINE DEL GROTTESCO, OLTRE L'IMMORALITA', COERENTEMENTE CON LA COSTANTE RICERCA DI TRASGRESSIONE PER GIUNGERE ALL'ICONOCLASTIA DELLE RELIGIONI, SINO A QUEL MOMENTO, SEVERAMENTE E RIGIDAMENTE IMPOSTE NELLE FAMIGLIE AMERICANE E NON SOLO. L'INIZIO DEL MALE, QUELLO VERO, COMINCIO' INVECE PROPRIO UN ANNO PRIMA CON L'INCISIONE DI QUESTO DISCO (USCITO PERO' SOLO L'ANNO DOPO PER CUI ANCH'ESSO NEL 1970), OSSIA CON L'ESORDIO DI UNA BAND DI SATANISTI VERI, CAPEGGIATI DA UNA NOTA NECROFILA E OSSESSIONATA DA TUTTO CIO' CHE E' SINISTRO E ETERNAMENTE RIPOSA NELL'OBLIO, PAZIENTE E MEMORE, NEGLI ANTRI PIU' RECONDITI DEL NOSTRO INCONSCIO: JINX DAWSON; UNA VOCE UNICA E POTENTISSIMA, VIGOROSA, UNA GRINTA MASCHILE INSTILLATA NEL CORPO E NELL'UGOLA FEROCE DI UNA DONNA DI UN FASCINO DIABOLICO, UN PURO TALENTO FORTEMENTE ASSIMILABILE COME STILE A QUELLO DI JANIS JOPLIN A CUI LA STESSA DAWSON SI ISPIRA, UNITO AD UN'ATTITUDINE ETREMAMENTE PROVOCATRICE ED ICONOCLASTA. TUTTO IL MONDO DEL METAL CHE SI E' SVILUPPATO NEI 40 ANNI A SEGUIRE DOVREBBE RINGRAZIARE L'INFLUENZA LASCIATA DA QUESTO GRUPPO SU QUELLO AL QUALE INVECE E' ERRONEAMENTE ATTRIBUITO L'INIZIO DI TUTTO, CERTO SOLO PER QUELLO CHE RIGUARDA LE TEMATICHE TRATTATE. LA MUSICA DEI COVEN RISENTE INVECE ANCORA INTENSAMENTE DI QUEL HIPPIE-ROCK PSICHEDELICO E FORTEMENTE SESSANTIANO, MA FIGLIO PERO' DI STRANI FIORI MALSANI CHE GENERALMENTE SI PORTANO SOLO AL COSPETTO DELLE LAPIDI DEI CARI ESTINTI. UN MIX UNICO NEL LORO GENERE TRA MUSICA HIPPIE PSICHEDELICA, LIEVEMENTE INFLUENZATA DAL BLUES E TEMATICHE ED IMMAGINI DA COPERTINA FORTEMENTE OCCULTE E PROVOCATORIE, IMMORALI, DEFORMANTI IL COMUNE ED IPOCRITA BON-TON DELLE FAMIGLIE BACCHETTONE AMERICANE DELL'EPOCA. DA NOTARE CHE QUESTO E' IL PRIMO DISCO DELLA STORIA A CONTENERE NEL SUO BOOKLET INTERNO IMMAGINI DI CROCI ROVESCIATE, IL CELEBRE GESTO DELLE CORNA POI PRESO IN PRESTITO DALLE INTERE GENERAZIONI DI METALLARI A SEGUIRE E SCENE DELLA SEX-SYMBOL JINX DAWSON COMPLETAMENTE NUDA E CON UN TESCHIO APPOGGIATO SUL PROPRIO APPARATO GENITALE E UN CALICE SUL PETTO TRA LE MAGRE MAMMELLE, NEL MEZZO DI UN'ORDA DI SACERDOTI PAGANI IN UN RITO DI ADORAZIONE DEL MALE. L'ALBUM COMINCIA CON LA SPLENDIDA “BLACK SABBATH”, COLORATA DA SONORITA' GOTICHE, CORI INQUIETANTI E EMISSIONI VOCALI CORPOSE, VIBRATE E LONGEVE, TENUTE DALLA FANTASTICA DAWSON, RITORNELLI SINISTRI CHE POI LASCIANO LO SPAZIO AD UN RHYTHM'N'BLUES SINO A DEFLAGRARSI IN UN IMPROBABILE E POCO CURATO FINALE TRA URLA DI STREGHE ASSETATE DI SANGUE. SPLENDIDA LA TRACK “WHITE WITCH OF ROSE HALL”, BLUESEGGIANTE, CONDITA CON EMBRIONALI ACCORDI DI PIANOFORTE E PERSUSSIONI FOLK ED ANCORA LA SPLENDIDA ED ESTROSA VOCE DELLA DAWSON SEMPRE A FARE DA CAPOLINO SULL'ASCOLTO GENERALE DELL'OPERA. COMMOVENTE NELLA SUA MELODIA VOCALE “COVEN IN CHARING CROSS” ANCHE SE POI DECADE SUBITO IN UNA INUTILE LITANIA SATANICA CHE FRENA LA FLUIDITA' DEL PEZZO. SCIVOLA MEGLIO LA BELLA “FOR UNLAWFUL CARNAL KNOWLEDGE”, TIPICAMENTE SESSANTIANA, RICCA DI ARRANGIAMENTI ORGANISTICI MAI FINI A SE' STESSI MA SAPIENTEMENTE DOSATI NELL'ECONOMIA DELLA MUSICA, BASSO VINTAGE E PRESENTE, CORI ARMONIZZATI MAESTROSAMENTE; DIVINA LA QUINTA TRACCIA “PACT WITH LUCIFER” ARRICCHITA DAI CORI, DALLE COLORAZIONI AGILI DEL PIANOFORTE E DELLA CHITARRA. INTERESSANTI ANCHE “CHOKE, THIRST, DIE”, “WICKED WOMAN” E “DIGNITARIES OF HELL”, RESE TRASCINANTI DALLA ACCATTIVANTE E SEMPRE AZZECCATA MELODIA VOCALE, COSTANTEMENTE MEMORIZZABILE, IMMEDIATA, ISPIRATA, ORECCHIABILE DELLA DAWSON, VERO GIOIELLO E INCONTESTABILE VALORE AGGIUNTO DI QUESTA ALTRIMENTI ANONIMA BAND. LENTA, MELODIOSA, DOLCE PUR NON PERDENDO IL SUO STILE LIEVEMENTE MINACCIOSO E SINISTRO LA SPLENDIDA “PORTRAIT”. DECISAMENTE NOIOSA INVECE, PACCHIANA, VELLEITARIA E DERIVATIVA LA LITANIA DA PSEUDO-MESSA NERA DEGLI OLTRE DIECI MINUTI DI “SATANIC MASS”. UN DISCO AFFASCINANTE, MAGARI DA ASCOLTARSI IN UNO STATO ALLUCINATORIO, IN COMPAGNIA DI UNA SOSTANZA STUPEFACENTE, QUANDO SI VUOLE EVADERE DAL GRIGIORE DELLA REALTA' QUOTIDIANA POCO STIMOLANTE, PER ESPLORARE DIMENSIONI SCONOSCIUTE, MONDI INNOMINABILI E ANTICHI RITI PAGANI ALTRIMENTI RINNEGATI DAI TIMORI CATECHISTICI CHE CI PORTIAMO DENTRO DALL'ADOLESCENZA. UN DISCO DIMENTICATO, OCCULTATO ALL'EPOCA DELLA SUA USCITA DAI GRANDI NOMI E RIAFFIORATO SOLO IN SORDINA NEL 2003 CON UNA TIMIDA RIMASTERIZZAZIONE GIUNTA NELLE TASCHE DI POCHI ED IRRIDUCIBILI COLLEZIONISTI ...BUT... “EVERYTHING SHE TOUCHES DIES, THE WITCH IS BURNING ON THE HILL, THEY LEFT HER THERE FOR FIRE TO KILL, YOU CAN HEAR HER SCREAMING STILL, YOU CAN HEAR HER SCREAMING STILL!!!” …

VOTO: 8

EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)














mercoledì 19 ottobre 2011

MIO RACCONTO NOIR: LA CASA DEGLI ECHI


La casa degli echi
Scommetto che ciò che mi appresto a raccontarvi susciterà la vostra miscredenza, talvolta un macabro sorriso di sarcastica derisione, raramente, per i più sensibili all’inspiegabile ed alle forze mistiche dell’occulto, il terrore più assoluto. Un mio caro amico sosteneva una teoria audace. Era convinto che gli spiriti dei morti fossero imprigionati in uno stato gassoso che, finché privo di moto e solo a causa di questa provvidenziale mancanza, li rendesse invisibili e non udibili ai sensi umani. Credeva che i fischi del vento percettibili negli anfratti e nei vicoli del nostro mondo o in qualsiasi insenatura di un qualunque oggetto od al confine tra più corpi, non fossero altro che il richiamo dei cari estinti. Si batteva per impedire che la teoria dell’immaterialità dell’anima istupidisse le menti, ma non sostenendo che essa perisse con il corpo, ma preservando l’idea di una sua immortalità giustificandola, per contro, con la conservazione in uno stato, per l’appunto, materiale, ma gassoso e quindi in una mescolanza continua assieme ai gas dell’atmosfera. Scherzando, ero solito rispondergli che, affermando queste stravaganze più dialettiche che empiriche, era come preservare un’autentica follia equivalente al pensiero di una morte vista come evaporazione del corpo dal previo stato liquido e solido. Mi faceva ridere l’idea dell’evaporazione dei tessuti ed ero solito raccontarla ai miei compagni di sbronze, nelle sere autunnali passate a chiacchierare nelle crepuscolari cantine di antichi mattoni alla luce di candele. Mi chiedevo tra il fragore delle risa generali, quale putrido e mefitico odore potesse avere il miasma dei morti se a evaporare non poteva che essere il corpo nel suo finale stato di crescente decomposizione della carne. Vi era addirittura chi suscitò il quesito relativo alla improbabile posizione delle esalazioni cadaveriche nella gerarchia degli strati gassosi che, mano a mano, si allontanavano dalla terra vincendo la gravità. Poiché mi accorsi con un lieve ma già pericoloso e profetico ritardo, della serietà e della quasi eccentrica e bizzarra veemenza con la quale parlava a difesa delle sue sciocchezze e capricciose fantasie, ragion per cui dubitavo della sua stabilità psichica, mi convinsi a non offenderlo ulteriormente e gli consigliai amorevolmente di adottare un metodo scientifico per dimostrare i suoi azzardi teorici. La cosa che mi stupì era che il mio caro stravagante amico, si era già attrezzato per poter confutare le prevedibili reazioni alle sue tesi. Mi calunniò anzi come un infame di mala fede e mi rimproverò tenacemente per aver osato dubitare della ragionevolezza della sua mente. Non si spiegava come, pur essendo amici e pur condividendo una ormai decennale stima reciproca, io avessi potuto ipotizzare, anche solo per un istante, che il mio compagno di avventure si fosse permesso, con l’audacia di uno sciocco qualunque, di assurgere a una tale convinzione con la sola immaginazione o voglia puerile e dilettantistica di stupire, senza prima averne riscontrata l’attendibilità attraverso un metodo propriamente scientifico. Conoscevo da anni il suo interesse per la ricerca, l’antropologia, la chimica, la fisica e, d’altro canto, la sua parziale demotivazione verso lo studio di materie pur sempre di indagine, ma più letterarie quali, ahimè, la filosofia. Mi sentivo quindi in colpa per aver ipotizzato la improvvisa follia del mio amico, ma mi giustificai chiedendogli come avrei potuto diversamente accettare tali affermazioni non suffragate da un vero e proprio esperimento che mi rivelasse, in uno stato di percezione sensoriale che non fosse alterato dalle droghe che eravamo soliti prendere, la veridicità di simili idiozie. Notai che lo stato di convinzione del mio amico era tale per cui aveva completamente perso la ragione, non riusciva ad immedesimarsi nel comprensibile scetticismo di chi era all’oscuro degli esperimenti che, negli ultimi mesi, lo avevano isolato da qualunque relazione sociale. Rendendomi conto che affrontava comunque argomenti eterogenei e di notevole spessore intellettuale con la stessa ed immutata padronanza del passato, mi convinsi che il suo integralismo era dovuto a qualcosa che realmente lui aveva sentito. Me ne accorsi perché manifestava rabbia di fronte a chi lo derideva, un’ira incontrollabile che può scatenarsi solo dentro chi ha udito ciò che una mente sana non dovrebbe mai udire. Lo rimproverai per arrabbiarsi pretendendo credibilità dalle sole parole e lo esortai, poiché altro non potevo più fare, a mostrarmi i suoi studi. “Se Gesù in persona mi avesse parlato con le parole della Bibbia, sarei diventato il cristiano più integralista..” mi rispose sorridendo e difendendo, almeno per quell’istante, lo scetticismo tipico della scienza. Il ritorno, seppure a rari sprazzi, della sua ironia pungente mi rasserenò per un attimo sulla sua salute mentale perché mi faceva pensare che, in fondo, il mio amicone di sempre non era poi così mutato dai nuovi eventi. Aveva sempre goduto o talvolta sofferto di grande immaginazione, ma la ragionevolezza lo aveva sempre salvaguardato dal desiderio infantile di evadere dalla verità cercando l’emozione cinematografica e narrativa dei registi e degli scrittori. Dalla conclusione di tutte queste mie segrete deduzioni, mi convinsi a seguirlo pur con qualche timore di cadere nella rete della follia. Più felice è chi vive la propria vita nell’edonismo, lontano dalla ricerca della verità per sé e per l’umanità intera. La salute della mente sta nell’ignoranza di chi mai potrebbe solo immaginare ciò che alcune menti hanno sentito nei meandri dell’oscurità. Il mio amico mi portò in una vecchia magione famosa per essere già venerata da occultisti e per essere il terrore delle sensitive di tutta la contea. Furono proprio tali dicerie a fargli scegliere tale dimora quale laboratorio per le sue ricerche. Voleva dare una spiegazione scientifica a tali leggende e si impossessò del rudere per qualche mese nell’intento di cominciare a costruire ciò che, a suo dire, sarebbe stata la macchina che avrebbe portato a conoscenze sconvolgenti per la salute psichica dell’umanità intera. Disse di aver vissuto nella dimora abbandonata per tre lunghi mesi, installando apparecchiature per la registrazione professionale di qualsiasi frequenza sonora, con l’ausilio di microfoni in ogni angolo ed anfratto del loculo. Quando giunsi nella casa, rimasi esterrefatto per il traffico di cavi elettrici che il mio amico aveva provocato e che, esteticamente, contrastava con la mobilia antica, in parte fradicia, ma testimone di una passata e aristocratica opulenza. Mi stupì come quell’arredamento fosse rimasto sguarnito come se, chi ci aveva abitato prima, si fosse allontanato dalla propria dimora frettolosamente, senza neppure avere la cura ed il tempo di vendere un solo mobile o un tavolo. Gli chiesi di farmi ascoltare le registrazioni effettuate ma mi rispose che non era ciò che voleva mostrarmi. Desiderava che ascoltassi le voci parlarci in quel momento così come nascevano udendo le parole degli spiriti che a noi, in tempo reale, si rivolgevano. Fu allora che alzò un telone e mi mostrò un’enorme ventola riparata da una grata circolare in ferro battuto, del diametro di un metro e mezzo. Era di sua costruzione, regolabile in diverse velocità. Secondo la sua bizzarra teoria, gli echi degli spiriti lontani che avevano vissuto nella casa secoli prima, potevano essere resi udibili all’orecchio umano scotendo l’aria in cui essi erano imprigionati, in un movimento circolare, ad una tale velocità da separare le frequenze sonore degli estinti dalle particelle di ossigeno in modo da rinchiudere le prime nella gamma dei segnali acustici percepibili dall’uomo. In tale evenienza si poteva ascoltare ciò che i morti ci imprecavano in tempo reale pur non avendo la prova né il più timido indizio che loro potessero sentire la nostra voce. Disse di aver registrato soliloqui funebri e non di avere dialogato con i morti. Gli risposi che probabilmente gli echi che diceva di sentire potessero essere semplicemente frequenze imprigionate nella cassa armonica della stanza, provenienti dal passato, ossia dalla voce di persone avventuratesi nello stesso posto di recente. Fu allora che mi pregò di tacere e di afferrarmi a grosse maniglie d’acciaio saldate all’apparecchio, per non volare in preda al vento artificiale, quello che, a velocità inaudita, avrebbe rivelato il pensiero dei morti ad un tale volume, da occultare lo stesso rumore del moto aereo. Accese particolari incensi ordinati dall’India nella stanza, sostenendo che la loro composizione chimica avrebbe depurato l’aria delle particelle di vapore acqueo, responsabili della pesantezza e della conseguente resistenza dell’aria allo spostamento nonché dell’eccessivo riverbero sonoro che il suo moto avrebbe provocato non rendendo distinguibili gli echi ricercati. La sua immaginazione era al limite dell’ impronunciabile. Mi sentivo un idiota a farmi ammanettare a quelle maniglie ma mi convinsi che di lì a poco il gioco sarebbe finito e lo avrei convinto a rivendere le apparecchiature per la registrazione digitale e a distruggere quella ridicola macchina attira spiriti. La cosa che invece sentii quando le pale della ventola cominciarono a girare a velocità inaudita non fu semplice rumore del vento seppur modulato dall’effetto-sordina provocato dagli incensi. Un mugugno impercettibile, un mugolio infernale del quale non riuscii a distinguere le parole perché era simile a quello di una bestia come se esseri mostruosi privi delle caratteristiche umane avessero abitato in dimore civili o le avessero successivamente invase. Ma la cosa che mi spaventò terribilmente e per la quale ancora tremo con un brivido a ricordarla, l’abominio sonoro per il quale, in preda alla forza del vento, cercai invano di gridare di spegnere quella maledetta diavoleria da lui costruita, doveva ancora arrivare. Riuscii successivamente a convincerlo a distruggere la sua macchina per questo. Non furono le parole che sentii da un improbabile spirito. Fu il suono che qualche insulso essere aveva emanato, a terrificarmi...e la voce, o meglio, la sua eco riportata dal più recente passato con l’aiuto del vento, la voce del mio amico che di fronte a me, nell’immediato presente, non stava nemmeno aprendo le labbra. La sua stessa voce che urlava:
Oddio, vattene, ti prego, vattene!!…
Emmanuel Gravier Menchetti