giovedì 21 giugno 2012

IL TEMPO DISPARI PLURICOMPOSTO

OGGI PARLIAMO DEL TEMPO DISPARI PLURICOMPOSTO: La battuta o misura di un tema musicale può essere giostrata o gestita come meglio si crede in tema di composizione e arrangiamento di un brano. Se ascoltiamo il brano che si intitola "Pagano" dei grandissimi Elio e le storie tese, il loro celebre e talentuoso batterista Christian Meyer esegue un TEMPO DISPARI PLURICOMPOSTO da 2 battute da 5/4 + 1 battuta da 3/4 ad elevatissima velocità; se avesse eseguito un'unica misura da 13/4, pur ricadendo al termine della sequenza, non avrebbe ottenuto lo stesso risultato o effetto ritmico, di qui la differenza sostanziale tra TEMPO DISPARI e TEMPO PLURICOMPOSTO il quale ha un ritorno di tema sequenziale che dà un groove caratteristico per il quale si riconosce una ripetitività che rende maggiormente immediato e riconoscibile l'esecuzione. Altro esempio lo si riscontra nel brano ANAMNESIS del mio gruppo LACRIMAE dove un tema altrimenti improponibile di 27/8 viene sviluppato su 3 misure da 7/8 più 1 misura (di passaggio) da 6/8; questo marchingegno ritmico e stilistico permette di rendere più fluida l'esecuzione e maggiormente fruibile all'orecchio dell'ascoltatore il tema del brano. L'effetto di un tempo dispari e di un pluricomposto dispari ben arrangiato ed eseguito  è quello per il quale le loro architetture sono tali per cui l'ascoltatore, se non scinde matematicamente il brano contandolo, non si accorge che all'interno del brano ci siano scissioni ritmiche meno immediate e più cervellotiche del comunissimo tempo pari. La musica non deve mai perdere quindi la sua fruibilità ed il senso immediato della sua appetibilità estetica.

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