domenica 20 novembre 2011

MIA RECENSIONE MUSICALE: CELTIC FROST - "INTO THE PANDEMONIUM" (1987)

CELTIC FROST

INTO THE PANDEMONIUM”

(1987)





GLI SVIZZERI CELTIC FROST HANNO SEMPRE RAPPRESENTATO PER IL SOTTOSCRITTO, L'EMBLEMA DELL'ANSIA IRREQUIETA E FORTEMENTE CREATIVA, FOLLE DI UNA MENTE PERVERSA QUALE QUELLA DELL'OSCURO E TENEBROSO TOM WARRIOR E DI UN'ATTITUDINE MUSICALE PROTESA AL CONTINUO MUTAMENTO, AL RINNOVO, ALLA RICERCA DI STILI, A QUELL'INTUITO TALVOLTA PUR COMMERCIALMENTE MALIZIOSO CHE DIVENTA PERO' POI PROMOTORE E SI DIPINGE ADDOSSO L'ONOREVOLE RUOLO DI ARTEFICE DI UNA CORRENTE, DI INNOVATORE E NON DI PIETRA TRASCINATA NEL MARASMA DI BAND ANONIME E SPESSO DERIVATIVE CHE ALLA STESSA CORRENTE APPARTENGONO. A PARAFRASARE IL TITOLO DEL DISCO, NEL PANDEMONIO, IL DIAVOLO STA RIORGANIZZANDO LE SUE FORZE PER GUARDARE AVANTI E CREARE NUOVE LEGIONI DI DEMONI DESTINATE A DIVULGARE LA MUSICA CHE PIU' AMIAMO IN GIRO PER IL MONDO, MA UNA MUSICA SENZA REGOLE, NE' LEGGI A CUI SOTTOSTARE, FILOSOFIA TANTO CARA AL GELO CELTICO. CHIARIAMO SUBITO CHE I CELTIC FROST, COME IL NOVANTA PER CENTO DELLE BAND CHE AFFOLLANO ED INFLAZIONANO IL MERCATO METAL, E QUESTO LORO TERZO DISCO (NONCHE' QUELLO COMMERCIALMENTE PIU' CELEBRE) NE E' LA TESTIMONIANZA, SONO STATI PESANTEMENTE INFLUENZATI DAI BLACK SABBATH MA QUESTO CAPOLAVORO, A SUA VOLTA, SI PONE CORAGGIOSAMENTE ANCHE COME FONTE ISPIRATRICE DI DIVERSI SOTTOGENERI METAL CHE DI LI' IN POI SARANNO SPESSO LEGATI ALLA FRANGIA PIU' ESTREMA DEL GENERE E QUESTO NONOSTANTE CHE PARADOSSALMENTE CONTENGA AL SUO INTERNO ELEMENTI BISTRATTATI DAI TRUE DEFENDER CHE, DICIAMOCI LA VERITA', ERANO ANCORA PIU' TRUE NELL'EPOCA PURA IN CUI USCI' DI QUANTO NON LO SI POSSA ESSERE ORA, PUR CON TUTTA LA PIU' ONESTA VOLONTA'. NEGLI ANNI '80 L'HEAVY METAL ERA ANCORA UNA MUSICA TROPPO GIOVANE E L'ENTUSIASMO DEI METAL-HEADS PURI E CRUDI CHE RUOTAVA ATTORNO AD ESSA, ANCORA TROPPO ECCITATO PER CONSENTIRE AL GENERE STESSO DI TRADIRSI TRAMITE BLASFEME CONTAMINAZIONI DA ALTRE MUSICHE, CHE SAREBBERO APPARSE SUBITO COME IL BACIO DI GIUDA... MA DATO AL FIGLIO DEL DIAVOLO. QUEST'OPERA INVECE DI FIANCO A PEZZI CHE SONO IL MAUSOLEO, L'ICONA DEL PURO HEAVY METAL, QUELLO DEFLAGRATO CON CHITARRE IPER-DISTORTE E RIFFONI ROCCIOSI CHE SPINGEREBBERO CHIUNQUE A PICCHIARE LA TESTA CONTRO L'ARMADIO O A POGARE CON LO STESSO SINO A DEMOLIRNE LE ANTE COME “INNER SANCTUM” (APICE ASSOLUTO CON UN RIFF DA URLO!!!!!!), “MESMERIZED”, “THE INEVITABLE FACTOR”, LA MEDIO-ORIENTALE “CARESS INTO OBLIVION”, CI PORGE DEI VERI ESPERIMENTI COME “ONE IN THEIR PRIDE” ADDIRITTURA PROGRAMMATI CON L'ELETTRONICA PACCHIANA TIPICA OTTANTIANA PROPRIO ODIATA DAGLI STESSI METALLERS CHE SI NUTRONO DI PANE, DISTORSORI E RIFF AL FULMICOTONE E SI PULISCONO LE ORECCHIE CON IL TRAPANO LA MATTINA, SI... PROPRIO QUELLI CHE SOTTO L'ACQUA ARRUGINIREBBERO MA BESTEMMIANDO IDDIO INVENTANDOSI I PIU' FANTASIOSI INSULTI AL PRESUNTO CREATORE. AZZECCATISSIMA LA CLASSICHEGGIANTE, SENSUALE E MACABRA “TRISTESSE DE LA LUNE” CON ATMOSFERE LIRICHE E GOTICHE CHE SARANNO PRESE A PRESTITO POI DAL SYMPHONIC BLACK METAL (QUELLO DEI POSER PER INTENDERCI) NON PRIMA DI DIECI ANNI DOPO E, ALTRO ESPERIMENTO CHE FECE STORCERE IL NASO AI GIORNALISTI PURISTI DELL'EPOCA, “MEXICAN RADIO” OSSIA LA COVER DELLA CANZONE FAMOSA DI UN GRUPPO DECISAMENTE NON METAL COME I WALL OF VOODOO, BRANO PROFONDAMENTE RIVISITATO IN CHIAVE METAL E A CUI VENNE APPORTATO IL PREZIOSO VALORE AGGIUNTO DI RITMICHE CHITARRISTICHE CHE DESSERO OSSIGENO AI METALLARI PIU' INTRANSIGENTI SENZA PERO' RINUNCIARE, MA ANZI STRIZZANDO MALIZIOSAMENTE L'OCCHIO, ALL'HUMOR TIPICAMENTE KITCH E ALLE ASPETTATIVE COMMERCIALI DI QUEL BRANO; ALLORA IO MI CHIEDO ... MA VOLEVANO PASSARE IN RADIO (E NON SOLO IN UNA STAZIONE MESSICANA!!) ANCHE GLI STESSI CELTIC?? PER NON PARLARE POI DEL PEZZO “I WON'T DANCE”, A DISCAPITO DEL TITOLO, PROPRIO QUASI BALLABILE E DI ESTRAZIONE MALIGNAMENTE DISCOTECARA... CHE DIRE? COME DEFINIRLO? TRADIMENTO? INNOVAZIONE? IO CHIUDO GLI OCCHI E ME LO GODO TUTTO DEFINENDO QUESTO “PANDEMONIO” UN DISCO “SEMPLICEMENTE” (E DITEMI SE E' POCO) TROPPO AVANTI PER L'EPOCA RAGION PER CUI NON VENNE DA TUTTI COMPRESO E SE VOI METALLARI VI ARRABBIATE PER LE DIVAGAZIONI INNEGABILI DAL VERBO DELLA MUSICA DI ACCIAIO CONTENUTE AL SUO INTERNO, VI PERDETE DELLE GRANDI EMOZIONI CHE SOLO QUESTO DISCO, E POCHI ALTRI NELLA STORIA, SONO CAPACI DI DONARVI.

VOTO: 9

EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)

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