MIA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA:
ROGER CORMAN
“I RACCONTI DEL TERRORE”
(1962)
ROGER CORMAN, NELLA SUA PROLIFICA CARRIERA DI REGISTA, DURANTE TUTTA LA MAGICA DECADE DEGLI ANNI ’60, DIRESSE OGNI SUO FILM SULL’ISPIRAZIONE PRESA DA UN DIFFERENTE RACCONTO DI EDGAR ALLAN POE, TANTO DA VENIRE PRESTO ETICHETTATO BRUSCAMENTE ED A BUON MERCATO COME “IL REGISTA DI POE”. AMBIZIOSO SAREBBE STATO SAPER RICREARE SU PELLICOLA LE ATMOSFERE LUGUBRI E CLAUSTROFOBICHE, SINISTRE E NERE COME LA PECE MA , NEL CONTEMPO, COSI’ LIRICHE E DECADENTI, FIABESCHE, INTRODOTTE E SEGUITE DA UN PROFONDO E ILLUMINANTE CAPPELLO FILOSOFICO A CUI, IL PIU’ GRANDE SCRITTORE NOIR DI TUTTI I TEMPI (ASSIEME A HOWARD PHILLIPS LOVECRAFT) CI HA ABITUATI. EBBENE, CORMAN CI RIUSCI’ IN PIENO. I SUOI FILM RICREANO TUTTO IL MISTICISMO, TRASMETTENDO SULLO SPETTATORE TUTTA L’AGORAFOBIA DERIVANTE DA PAESAGGI SURREALI, INVASI DA TANTISSIMA POLVERE, MIASMI FUNEBRI CHE SI LIBRANO DALLE TERRE DEI SEPOLTI COME NEBBIE SOFFOCANTI, AMBIENTI CIMITERIALI, MALSANI CHE CREANO L’IPOCONDRIA DELL’ATTACCO D’ANSIA O DELLA MANCANZA DI FIATO DA PARTE DI CHI LI GUARDA; IL TUTTO REALIZZATO SPESSO CON POCHI SOLDI QUASI DA FARLI SEMBRARE TUTTI B-MOVIES MA NON SENZA CONDIRLI CON COSTUMI SFARZOSI, IN CASTELLI CON ARREDAMENTI ARISTOCRATICI IN CUI SI LIBRANO NELL’ARIA DIALOGHI SURREALI E PSICOTICI CHE ALIMENTANO L’ANSIA E LA SENSAZIONE DI SENTIRSI IN UN’ATMOSFERA ANTICA COME OSTILE E SOFFOCANTE. IN QUESTO SPLENDIDO FILM LE STORIE PRESE IN PRESTITO DAL DIVINO POE SONO ADDIRITTURA BEN TRE. LA PRIMA (MORELLA) PARLA DI UN PADRE CHE SI VEDE RITORNARE IN CASA LA PROPRIA FIGLIA 26 ANNI DOPO AVERLA ABBANDONATA, CURANDONE SOLO LA FORNITURA DEGLI ALIMENTI ED IL PAGAMENTO DEGLI STUDI. IL PADRE (INTERPRETATO DAL GRANDISSIMO VINCENT PRICE, ATTORE PROTAGONISTA DALLA BRAVURA DISARMANTE E DALLA MIMICA FACCIALE ASSOLUTAMENTE INIMITABILE NELLA STORIA DELL’INTERO CINEMA, SCELTO SAGGIAMENTE DA CORMAN IN PRATICAMENTE TUTTI I SUOI FILM) HA SEMPRE ACCUSATO LA FIGLIA PRODIGA DI ESSERE L’ARTEFICE DELLA MORTE DELL’AMATA MOGLIE, CHE ESALO’ IL SUO ULTIMO RESPIRO POCO DOPO AVERLA PARTORITA E IN SEGUITO A CUI, LA MUMMIFICO ’ SENZA SEPPELLIRLA MA CONSERVANDONE IL CADAVERE IN CASA. IL RITORNO DELLA FIGLIA SCATENA PERO’ LA VENDETTA DELLO SPIRITO DELLA MADRE, SINO A QUEL MOMENTO, IMPRIGIONATO NEL CADAVERE, SPINGENDOLO AD ASSASSINARE LA FIGLIA E POI LO STESSO MARITO INCENDIANDONE LA CASA. NEL SECONDO EPISODIO (IL GATTO NERO) IL BRAVISSIMO VINCENT PRICE (QUI COME NON MAI, NOTARE PER CREDERE LE DIFFICOLTOSE ESPRESSIONI FACCIALI) INTERPRETA LA PARTE DI UN NOTO ASSAGGIATORE DI VINI CHE UNA SERA, DOPO AVER ACCOMPAGNATO A CASA UN BEVITORE COMPLETAMENTE UBRIACO CHE LO AVEVA SFIDATO SULLA CONOSCENZA DEI VINI IN UNA CONFERENZA DI ENOLOGI E VENDITORI, CONOSCE LA ANNOIATA MOGLIE DI QUEST’ULTIMO CON CUI METTERA’ IN ATTO UNA TRESCA CHE TERMINERA’ POI CON LA SUA SCOPERTA DA PARTE DEL MARITO STESSO, IN SEGUITO AL SUO SOSPETTO NATO DAL FATTO DI ESSERE LASCIATO SOLO A BERE LA SERA RICEVENDO PIU’ VOLENTIERI IL RICHIESTO DENARO DA PARTE DELLA MOGLIE, PROPRIO DA QUELLA SERA. IL MARITO TRADITO, SCOPERTA LA TRESCA, AVVELENA I DUE ADULTERI E LI MURA NELLA CANTINA MA I DUE CADAVERI VERRANNO SCOPERTI DA DUE POLIZIOTTI IN SEGUITO AI SINISTRI MIAGOLII DEL GATTO NERO APPARTENENTE PROPRIO ALL’ASSASSINO E ALLA DISGRAZIATA MOGLIE, INFILTRATOSI NEL FRATTEMPO NELL’INSENATURA IN CUI VENGONO RINCHIUSI I CADAVERI. OTTIMO DIREI!! IL TERZO E ULTIMO EPISODIO (IL MISTERIOSO CASO DEL SIGNOR VALDEMAR) PARLA DI UN IPNOTISTA CHE DECIDE DI MESMERIZZARE IL SIGNOR VALDEMAR, GRAVEMENTE MALATO, IN PUNTO DI MORTE ONDE CONVINCERE LA SUA MENTE , CON L’IPNOSI, A CHIEDERE CON TONO TESTAMENTARIO ALLA MOGLIE DI SPOSARE LO STESSO IPNOTISTA UNA VOLTA DIVENUTA VEDOVA. L’IPNOSI IN STATO DI MORTE PERO’ RENDE LO SPIRITO DI VALDEMAR VIVO ANCHE A FRONTE DELLA MORTE CORPORALE E IL CADAVERE, UNA VOLTA PERCEPITO IL TRANELLO ORDITO SAPIENTEMENTE DALL’IPNOTISTA, SI RIALZA DAL LETTO DI MORTE E LO UCCIDE. IL COLLANTE DI QUESTE TRE MAGICHE STORIE E’ IL TALENTO PER IL CINEMA UNITO MIRABILMENTE AL FASCINO PER IL GROTTESCO, SAPIENTEMENTE IMPRONTATO SU PELLICOLA CON DIALOGHI CURATI, SCENEGGIATURE ARTIFICIOSE, AMBIENTAZIONI CUPE E PLUMBEE IN UNO STILE UNICO E RICONOSCIBILE CHE DIVENTA LA SUA IMPRONTA SULLA SABBIA DEL CINEMA. OTTIMO IN QUESTO FILM, TRA L'ALTRO, ANCHE IL DOPPIAGGIO, EVOCATIVE LE INTONAZIONI SPECIALMENTE PER LA PARTE DI PRICE IN TUTTI E TRE GLI EPISODI. BUONE LE INQUADRATURE OGGETTIVE SUGLI SPAZI, INESISTENTI QUELLE SOGGETTIVE, PIU' AFFASCINANTI, CHE CARATTERIZZERANNO INVECE LA FOTOGRAFIA DI UN ALTRO GENERE DI FILM COME IL THRILLER DI ARGENTO A PARTIRE DA SOLI SETTE ANNI DOPO. GRAZIE ROGER CORMAN. GRAZIE DI ESISTERE.
VOTO: 10 E LODE
EMMANUEL MENCHETTI (THE SIR OF DESOLATION)
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