venerdì 22 giugno 2012

L'IMPORTANZA DEL BASSO NELLA MUSICA

Secondo la mia personale visione della musica, IL BASSO è lo strumento più importante a cui spetta il decisivo e responsabile compito di fare da collante tra la sezione ritmica e quella melodica. Facendo un paragone con l'anatomia del corpo, è come se il basso fosse il tendine, che tiene attaccato l'ossatura del brano (la batteria) al muscolo (tutti gli altri strumenti). Di qui il fondamentale compito di coordinare tutti i restanti musicisti. Infatti il basso è l'unico strumento che gioca filosoficamente un ruolo, in fase di arrangiamento e composizione, sia spiccatamente ritmico che armonico. Ovviamente questo gioco ambivalente può essere gestito anche dal pianoforte che è lo strumento musicale completo per eccellenza.

giovedì 21 giugno 2012

IL TEMPO DISPARI PLURICOMPOSTO

OGGI PARLIAMO DEL TEMPO DISPARI PLURICOMPOSTO: La battuta o misura di un tema musicale può essere giostrata o gestita come meglio si crede in tema di composizione e arrangiamento di un brano. Se ascoltiamo il brano che si intitola "Pagano" dei grandissimi Elio e le storie tese, il loro celebre e talentuoso batterista Christian Meyer esegue un TEMPO DISPARI PLURICOMPOSTO da 2 battute da 5/4 + 1 battuta da 3/4 ad elevatissima velocità; se avesse eseguito un'unica misura da 13/4, pur ricadendo al termine della sequenza, non avrebbe ottenuto lo stesso risultato o effetto ritmico, di qui la differenza sostanziale tra TEMPO DISPARI e TEMPO PLURICOMPOSTO il quale ha un ritorno di tema sequenziale che dà un groove caratteristico per il quale si riconosce una ripetitività che rende maggiormente immediato e riconoscibile l'esecuzione. Altro esempio lo si riscontra nel brano ANAMNESIS del mio gruppo LACRIMAE dove un tema altrimenti improponibile di 27/8 viene sviluppato su 3 misure da 7/8 più 1 misura (di passaggio) da 6/8; questo marchingegno ritmico e stilistico permette di rendere più fluida l'esecuzione e maggiormente fruibile all'orecchio dell'ascoltatore il tema del brano. L'effetto di un tempo dispari e di un pluricomposto dispari ben arrangiato ed eseguito  è quello per il quale le loro architetture sono tali per cui l'ascoltatore, se non scinde matematicamente il brano contandolo, non si accorge che all'interno del brano ci siano scissioni ritmiche meno immediate e più cervellotiche del comunissimo tempo pari. La musica non deve mai perdere quindi la sua fruibilità ed il senso immediato della sua appetibilità estetica.
POLIRITMIA: La poliritmia è l'accostamento di gruppi differenti di note definiti da divisioni e accentazioni distinte nell'ambito della stessa esecuzione. Generalmente un gruppo di note ne costituisce la DIVISIONE e l'altro L'ACCETTAZIONE. Ad esempio se suoniamo una poliritmia di "5 sul 4", significa che stiamo suonando una ACCENTAZIONE DI 5 su una divisione ritmica di 4/4, così come se stiamo suonando una poliritmia di "4 sul 3", stiamo suonando una ACCENTAZIONE DI 4 su una divisione di 3/4. Le differenti scansioni ritmiche possono essere suddivise tra i 4 arti, per cui potremmo ad esempio dividere in 4 anche con la sola mano destra e accentare in 3 con la mano sinistra, o dividere in 4/4 con piede sx e mano dx e accentare in 3/4 con mano sx e piede dx e così via. L'importante è (dato che la mente umana agisce consapevolmente solo in modo sequenziale e non multitasking) concentrare l'attenzione solo sulla accentazione lasciando scorrere la divisione in modo quasi incosciente e per fare questo è bene ripetere la divisione svariate volte prima di inserire il gruppo di accentazione. Un esempio di poliritmia di "3 sul 4" dove rullante, cassa, ride accentano sul 3/4 mentre il piede sinistro sul pedale del charleston divide in 4/4 è presente al minuto 2.24 del mio video. Altro esempio di poliritmia di "3 sul 4" è presente al minuto 2.48 dove mano sx e piede dx accentano un 3/4 mentre piede sx e mano dx dividono in 4/4 http://youtu.be/RTIF08616XU

L'ILLUSIONE RITMICA

L'illusione ritmica è lo spostamento dell'accento ritmico all'interno di una battuta o misura che sostanzialmente non muta la sua durata e la sua divisione di note; è così definito proprio perchè la modificazione dell'accentazione ritmica e il suo spostamento graduale su altre note rispetto a quelle della prima battuta eseguita danno L'IMPRESSIONE di una modificazione della divisione ritmica che, in realtà, rimane la medesima e questo pone l'attenzione sull'importanza degli accenti nella PERCEZIONE RITMICA dell'ascoltatore. Anche qui abbiamo illustri esempi da Elio e le storie tese del grande Christian Meyer. L'illusione ritmica la si può creare anche giocando tra 2 strumenti in cui, come nel nostro brano qui riportato, la tastiera continua l'esecuzione precedente in 12/8 ma con la mia batteria comincio improvvisamente a suonare un 4/8, ossia un 2/4 con il risultato che la musica ruota su sè stessa e la batteria si reincontrerà con la tastiera dopo 4 battute di tastiera e 6 battute di batteria a partire dal minuto 3.00 del nostro brano.
http://soundcloud.com/emmanuel-menchetti/apologia-parte-ii

LA PAUSA IN MUSICA

OGGI PARLIAMO DELLA PAUSA IN MUSICA. La pausa è una nota di silenzio assoluto la cui durata è assolutamente importante nel donare conseguentemente la bellezza alla nota che invece viene suonata affidandole la giusta sincope ossia, appunto, la POSIZIONE di una nota tra le varie misure di pausa. Diciamo quindi che la pausa vive di luce riflessa e la sua bellezza è solo in funzione della nota suonata. Nella batteria la sua importanza diventa fondamentale poichè i batteristi e i percussionisti, a differenza di tutti gli altri musicisti, CONTANO SOLO IN PAUSE, proprio per il fatto che i colpi, a differenza delle note suonate da strumenti melodici, non hanno una durata di persistenza a piacimento del musicista. La durata delle note in batteria quindi è data esclusivamente dalla durata della sua pausa successiva o, come si vuole, dallo spazio ritmico del silenzio tra un colpo e il suo successivo. Qui abbiamo l'esempio di un noto brano musicale che utilizza delle sincopi ritmiche davvero interessanti. http://youtu.be/NVzuHOws51U

mercoledì 13 giugno 2012

MIA RECENSIONE MUSICALE: "LIVE GOTHIC" (2007) THERION





Ricordo ancora quando a cavallo tra gli anni '80 e '90 i Therion erano quattro ragazzetti sbarbatelli intenti a suonare un miasma di death metal primordiale ed ingenuo come la Madonna immaginata dai cristiani, sicuramente più confusionario che gradevole, spinto con lo stesso istinto animale con cui l'adolescente (appunto) si masturba avidamente. Beh .... ne è passata di insolenza sotto i ponti e adesso l'antipaticissimo Christofer Johnsson, una sorta di versione svedese di Tom Warrior ma ancora più oscura (passato anche per i dimenticati Carnage), guida in questo live una formazione decisamente eccezionale. E' stata molto saggia la sua virata musicale non tanto per il fatto di essere passato all'heavy-prog-gothic in sè ma decisamente nel come l'ha fatto, circondandosi di musicisti eccellenti provenienti dai generi più disparati. Sentire per credere, live da brivido, assolutamente eccelso, questo concerto non è solo rivolto ai metallari, ma a chi ama la Musica con la M maiuscola. Qui c'è la lirica, c'è il gothic progressive, c'è l'opera di uno spettacolo curato in tutti i suoi minimi dettagli da degli assoluti perfezionisti. Voto: 10 con infinite lodi a seguire.

VOTO: 10 E LODE

EMMANUEL MENCHETTI

MIA RECENSIONE MUSICALE: "LAMENTATIONS" (LIVE) OPETH (2004)

Gli Opeth sono un gruppo che richiede un ascolto paziente e attento, non ti rapisce subito con la facile vetrina dei soli super veloci o con il ritornello da coro che strizza l'occhio alla pietosa sotto-classifica degli altrimenti emarginati dal mercato, non colpisce l'occhio delle donnette senza cervello (che in quanto tali vanno solo abbandonate al loro triste destino) con un'immagine eccessivamente ridicola, non rimane facilmente canalizzabile o memorizzabile con la brevità o la semplicità della forma canzone; anzi con i loro frequenti cambi stile, la loro proverbiale prolissità esecutiva ma soprattutto con la loro arte di mischiare sapientemente il death al progressive più integerrimo ed intellettuale, ingravidato da sapienti tempi dispari e poliritmie di pregevole gusto e perizia, sono una band che vi accoglie inizialmente con diffidenza, ma se siete dei tipi tosti e riuscite ad entrare nei loro schemi, vi sanno regalare tante emozioni che io definirei privilegi; se invece siete solo degli sfigati questa non è certo roba per voi ma potete sempre consolarvi coi tormentoni estivi, sperando sempre che la tormenta vi porti via.

VOTO: 8
EMMANUEL MENCHETTI

domenica 10 giugno 2012

MIA RECENSIONE LETTERARIA: "LA SIGNORINA FIFI' ED ALTRE NOVELLE" GUY DE MAUPASSANT

MIA RECENSIONE LETTERARIA:

LA SIGNORINA FIFI’ E ALTRE NOVELLE

GUY DE MAUPASSANT


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Questo libro mi ha colpito, Guy de Maupassant non ha una forma ricercata, una descrizione chissà quanto approfondita dei personaggi, non è generoso nel conferire una morale utile al lettore, lui semplicemente narra; parla di storie veramente interessanti, sempre moderne con quel suo particolare piglio da eterno romantico disilluso che vede nella donna la vorace sempiterna fragranza del tradimento intarsiato di fascino del contraddittorio, di uomini legati da amicizie profonde ed oneste, di storie…. narrate con una grande fantasia e l’ingenuità di chi ama scrivere con una maggiore enfasi nell’approccio visionario ed immediato che con la tecnica del narratore prolisso e mestierante. .. e per quella arcana magia della scrittura che la rende l’arte più affascinante è come se ormai lo conoscessi di persona, o meglio, sono certo che Guy de Maupassant sarebbe potuto essere un mio grande amico.

Emmanuel Menchetti; voto: 7,5